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Corruzione ad Acireale, è il giorno dell’interrogatorio del sindaco e le indagini continuano

Di Orazio Provini |

CATANIA – È cominciato questa questa mattina in carcere, dove si trova detenuto dallo scorso venerdì, l’interrogatorio del sindaco Roberto Barbagallo. L’interrogatorio di garanzia è condotto dal Gip Giovanni Cariolo, che ha firmato le ordinanze, con lui c’è anche il sostituto procuratore Fabio Regolo che ha eseguito le indagini, coordinate dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dal procuratore Carmelo Zuccaro nell’ambito dell’inchiesta “Sibilla”. Diciassette le persone a oggi coinvolte nell’indagine, per otto delle quali, compreso il sindaco, sono scattati altrettanti provvedimenti di custodia cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari. All’interrogatorio di Barbagallo è presente l’avvocato Enzo Mellia, componente del suo collegio difensivo. 

Nelle poco più di settanta pagine dell’ordinanza con cui il Gip Giovanni Cariolo ha ricostruito, spiegato e motivato le decisioni adottate nell’operazione “Sibilla”, si ha evidente una sensazione: quella che non solo l’inchiesta non è conclusa, ma che con molta probabilità i magistrati stanno ancora esaminando, verificando e, immaginiamo cercando, ulteriori riscontri su fatti, azioni ed episodi che rafforzino ulteriormente il quadro probatorio.

Un’indagine veloce, come hanno rimarcato gli stessi inquirenti, frutto non solo dell’abilità di chi ha investigato (sarà sempre bene attendere però tutti i successivi passaggi-verifica giudiziari) ma anche degli stessi reati ipotizzati e contestati. Un sistema ormai talmente consolidato nel nostro Paese che, anche per questo, ha minato la credibilità di buona parte della classe politica/amministrativa, “allenando” nel contempo sempre più e sempre meglio gli investigatori ormai particolarmente abili nel muoversi, scovare, identificare e colpire. Del resto lo si evince anche dall’esigenza di anticipare i tempi dell’operazione. Si legge in proposito:

«quanto al pericolo di inquinamento probatorio, sussistono specifiche, concrete e inderogabili esigenze attinenti alle indagini in ordine ai fatti per i quali si procede; sussistono , in particolare specifiche situazioni di concreto e attuale pericolo per le genuinità delle acquisizioni probatorie fondate specificatamente su quanto emerso dalle indagini con riguardo alla spiccata capacità degli indagati di inquinare senza remore gli elementi di prova, ponendo in essere attività di falsificazione o di soppressione di documenti… ».

Per un paio di indagati e in riferimento ai fatti contestati in due capi d’imputazione (a Malvagna) il Gip ha disposto la incompatibilità territoriale del Tribunale etneo trasmettendo gli atti a quello di Messina.

Oggi oltre al sindaco Barbagglo saranno interrogati gli altri quattro indagati finiti in carcere, entro i successivi cinque giorni l’obbligo di interrogare anche quanti sono ai domiciliari.

Un altro boccone amaro che è costretto a ingoiare, suo malgrado Acireale, l’ennesima pagina nera invece per il nostro sistema politico-amministrativo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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