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Catania, il business della raccolta differenziata parallela (ma abusiva)

Di Vittorio Romano |

L’operazione, che non è affatto conclusa e che potrebbe riservare qualche sorpresa, è stata condotta nel corso dell’ultimo mese dagli uomini del Nucleo operativo regionale del Corpo forestale, sede di Catania, e ha permesso di scoprire un mercato parallelo e abusivo di carta, cartone e plastica. Questa prima fase s’è conclusa con due magazzini sequestrati, uno in via Tolosa, a San Cristoforo (un grande garage di circa 250 metri quadri), e l’altro in via Alfieri Maserati, alla zona industriale, con la denuncia dei due titolari, con un terzo deposito, alla III Strada della zona industriale, sanzionato ma non sequestrato (perché il titolare aveva l’autorizzazione unica ambientale ma gli impianti non erano a norma), e col suo proprietario denunciato a piede libero. E infine, ma non per importanza, con il sequestro di 100 tonnellate di rifiuti differenziati. Un’enormità, che testimonia che attorno a queste attività illegali c’è un giro d’affari sul quale si sta già indagando e un indotto fatto di gente che lavora, raccoglie il materiale e lo porta in questi magazzini abusivi.

Ed è proprio per la presenza di questo mercato parallelo che il Corpo forestale ritiene che i dati della raccolta differenziata in Sicilia, e a Catania in particolare, siano sempre bassi. Nel capoluogo etneo la percentuale di raccolta è ridicola, perché ancora ferma all’8% circa. Anche per questo gli inquirenti sono convinti che a fronte di tre attività abusive scoperte, ce ne sono chissà quante altre che operano nell’ombra allo stesso modo.

Ma dove va questa gente a recuperare la differenziata? I tre denunciati hanno detto ai funzionari del Corpo forestale che la raccolta avviene in giro per le strade o nelle discariche abusive, o che addirittura c’è chi porta carta, cartone e plastica fino ai loro depositi. Ma non hanno voluto rivelare di chi si tratti. Né hanno rivelato chi è il destinatario finale.

Nelle due attività illegali scoperte e sequestrate non c’era niente a norma: impianti elettrici e antincendio praticamente inesistenti, gestione abusiva dei rifiuti, presse, trituratori e altri macchinari senza libretto di manutenzione. E una dubbia presenza di scarrabili, quei cassoni che vengono trasportati e lasciati per essere riempiti con il materiale della differenziata. Infatti il sequestro è scattato per inosservanza delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. L’ultimo deposito “visitato”, alla zona industriale, dal punto di vista amministrativo aveva dei documenti ufficiali, ma non aveva gli impianti a norma e mancavano i libretti manutentivi delle macchine. La differenziata veniva raccolta dal fratello del titolare, un ambulante fornito di un furgoncino col quale faceva i trasporti. Ma non aveva l’iscrizione all’albo nazionale degli sbattitori alla sezione della Camera di commercio della Sicilia.

Come detto, le indagini proseguono e investono anche la Procura. Si vuole soprattutto capire da dove vengono questi rifiuti e a chi sono diretti. Per il momento, però, i denunciati sono stati molto evasivi e non aiuta il fatto che non abbiano a disposizione dei formulari. Ma è certo che qualcuno questa differenziata la riceve e ha interesse a riceverla.

La Forestale ha già presentato in Procura le prime due informative di reato, mentre per l’ultima attività, quella senza sequestro, sta completando il verbale di accertamento e tra oggi e domani lo depositerà in Tribunale.

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