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Morta di morbillo, il marito racconta: «Le sue ultime parole “amo’, non respiro”»

Di Carmen Greco |

Catania – «Dov’è mia moglie? All’obitorio. Così, ha capito?, me l’hanno detto così». Piange Andrea Di Grazia, piange la moglie morta di morbillo a 25 anni. Di Grazia, 36 anni, disoccupato, consegna pizze per sbarcare il lunario e lavora quando gli altri cenano. «Abbiamo fatto tanti sacrifici insieme – singhiozza -. Adesso la mia Cetty non c’è più. Voglio solo giustizia, non mi interessa nient’altro. Hanno distrutto una famiglia, si sono portati una ragazza di 25 anni all’obitorio».

Con Cetty, morta lunedì scorso all’ospedale Garibaldi di Catania, avrebbero festeggiato due anni di matrimonio il 21 aprile, due anni, quanti ne ha la loro bambina. «Hanno perso tempo al pronto soccorso – denuncia – quando è arrivata in Rianimazione, la mia gioia non aveva più ossigeno nei polmoni. Ma che si fa così?».

«Eravamo arrivati in ospedale venerdì mattina – racconta Di Grazia -. Cetty aveva l’influenza da mercoledì o, almeno, pensavamo che fosse influenza con la temperatura che oscillava tra 37° e 38°. Giovedì è andata dal medico di famiglia, aveva la febbre e anche una patina bianca sulla lingua. Lui le aveva detto che si poteva trattare di un fungo e che la febbre si sarebbe potuta attribuita a questa infezione, così le ha prescritto un antimicotico, la tachipirina, un antibiotico e vitamine. Ma la sera mia suocera mi ha telefonato “Cetty non mi piace, è gonfia”. L’indomani le sono spuntate delle bollicine e dei puntini in faccia. Ho pensato potesse trattarsi di un’allergia a qualche farmaco e così siamo andati al pronto soccorso dell’ospedale «Garibaldi». Il morbillo le è stato diagnosticato subito e, in codice giallo, le hanno fatto un prelievo, una lastra, e l’hanno messa in una stanza assieme ad altre persone che, ci è stato detto, avevano la stessa malattia. Così ci hanno tranquillizzato».

Sabato le hanno fatto un’altra lastra e le hanno dato un antibiotico mirato, la febbre però era arrivata a 40. Domenica nessun accertamento, ma mia moglie ha cominciato a non respirare bene, le hanno dato l’ossigeno ma lei continuava ad avere difficoltà».

«Il crollo è stato nella giornata di lunedì – prosegue -. Di mattina le hanno fatto l’esame di Emogas ed hanno constatato che la saturazione aveva un valore di circa il 30%, a questo punto le hanno fatto una tac ai polmoni perchè lei continuava a lamentarsi e faceva fatica sempre di più a respirare. Le hanno fatto due lastre, le hanno attaccato la mascherina dell’ossigeno, hanno cominciato a dirmi che la situazione era “critica” e mi hanno proposto il trasferimento in Rianimazione, l’intubazione e la sedazione per farla respirare artificialmente. Lei non voleva.“Mi dovete addormentare? Ho paura di non svegliarmi più”, lei se lo sentiva povera gioia…».

A quel punto Cetty Messina ha cominciato a peggiorare velocemente. «Hanno deciso di portarla in sala operatoria. Sull’ascensore per la Rianimazione le mancava l’aria, mi ha detto “Amo’, non respiro”, aveva un filo di voce e le pupille dilatate. L’hanno operata e dopo qualche ora mi hanno detto che i polmoni non pompavano più ossigeno. L’ultima volta che l’ho vista viva è stata dietro un vetro, attaccata alle macchine. Questo intorno alle 17 di lunedì, alle 18.30 mi hanno chiamato al telefono “deve venire in reparto”, lì ho capito subito. Quando sono arrivato mi hanno detto che Cetty era all’obitorio».

Andrea Di Grazia, ha presentato denuncia ai carabinieri del Comando provinciale di Catania lo stesso giorno e la macchina delle indagini preliminari si è già messa in moto. È stata sequestrata la cartella clinica e, verosimilmente, domani verrà eseguita l’autopsia sul corpo di Maria Concetta Messina. La famiglia si è affidata all’avvocato Walter Rapisarda. «Allo stato – ha dichiarato il legale – mi pare assolutamente prematuro formulare delle ipotesi e, tantomeno, esprimere giudizi. L’intervento della Procura della Repubblica è stato tempestivo, attraverso l’immediata acquisizione della cartella clinica. L’esame autoptico consentirà di accertare se vi sono state condotte negligenti da parte dei sanitari che hanno avuto in cura la signora Messina».

Intanto la morte di Cetty ha suscitato grande commozione su facebook dove postava le foto della sua bambina, quelle con Andrea, pensieri, frasi, riflessioni. Una delle ultime suona come un presagio: «Mi sento come se il mondo volesse vedere fino a che punto resisto».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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