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Quanti voti ci vogliono per diventare sindaco di Catania? Ecco i 4 scenari possibili

Di Mario Barresi |

CATANIA – Ma quanti voti servono per diventare sindaco di Catania al primo turno? E quanti ne occorrono alle liste per superare la fatidica soglia del 5%? Mentre i Mannheimer alla Norma dissertano di sondaggi più o meno fake, un ricercatore catanese – Alessandro Riggio, collaboratore del Cise (Centro italiano studi elettorali) – ha studiato i flussi elettorali degli ultimi anni. Arrivando a una conclusione non del tutto scontata.

«Senza effetto di trascinamento, Enzo Bianco nel 2013 vinse al primo turno ottenendo 44.537 voti, il 50,62% del totale nel comparto del sindaco. Questa volta – è la stima di Riggio – ne serviranno molti di più per chi riuscisse a venire eletto al primo turno, nonostante l’abbassamento della soglia al 40% con la legge regionale 17/2016».

Il che non significa che sarà più difficile scongiurare il ballottaggio, ma soltanto che ci vorranno, in termini assoluti, più preferenze. Proprio grazie all’effetto-trascinamento: il voto dato alla lista o al candidato consigliere comunale andrà automaticamente anche al candidato sindaco (ferma restando la possibilità di “voto disgiunto” e cioè di scegliere un sindaco e un consigliere non a esso collegato). Dunque, per la stima di Riggio, «in questa tornata chi riuscisse a venire eletto senza ricorrere al ballottaggio riceverà di contro molti più voti, nonostante l’abbassamento della soglia al 40%».Andiamo agli esempi concreti. Quanti voti servono questa volta per vincere al primo turno? Da 58mila a 65mila, secondo quattro diverse simulazioni realizzate da Riggio.

«Non si tratta di sondaggi – specifica – ma di rilevazioni che ho costruito sulla base dell’evidenza storica nelle elezioni che hanno coinvolto Catania dal 2000 a oggi».

Il ricercatore del Cise (diretto dal prof. Roberto D’Alimonte, ordinario alla Luiss di Roma), ha dunque tracciato quattro ipotesi. Partendo dal numero degli aventi diritto al voto (265.165, secondo i dati del Viminale) e facendo calcoli separati «giacché l’elezione per il primo cittadino riceve sistematicamente più voti per quella da cui discende la formazione del consiglio comunale».

Nella prima simulazione «s’assume che l’affluenza cresca, rispetto alle comunali precedenti, con la stessa proporzione di quanto avvenuto alle regionali del novembre 2017». Ovvero: il 65,95%. In questo caso, per vincere al primo turno un candidato avrebbe bisogno di 65.054-65.753 voti e la soglia del 5% per le liste è fissata in una forbice fra 7.389 e 7.563 voti.Nella seconda simulazione, invece, Riggio pone un’altra ipotesi, ovvero che «l’affluenza si ripresenti con lo stesso dato delle comunali precedenti (63,34%), calcolando i votanti però sul corpo elettorale del 2018». E il quorum per l’elezione al primo turno resta alto: 62.992 preferenze. Così come la soglia per le liste, sempre oltre quota 7mila.

«I voti validi al sindaco vengono ricavati sottraendo dai votanti la percentuale dei voti non validi. S’evidenzi – sottolinea il ricercatore – come il dato sia decisamente maggiore di quello del 2013. In quell’occasione, i voti validi per l’elezione del sindaco ammontarono a 87.991, in assenza dell’effetto di trascinamento».

Ma stavolta, anche a parità di affluenza, gli elettori catanesi che voteranno non solo per la lista ma anche per il sindaco, appunto in conseguenza dell’effetto-trascinamento, saranno di più.

E per lo stesso ragionamento, anche nella terza simulazione (in caso di calo dell’affluenza a Catania nella stessa proporzione in cui è calata in città alle Politiche dal 2013 a 2018, arrivando cioè al 61,61%), la stima sui voti per vincere al primo turno supera comunque i 45mila di Bianco nel 2013.

Per la precisione, sempre secondo Riggio, ci vorranno da 61.426 a 62.080 voti per un sindaco vincente al primo round e circa 7mila affinché una lista entri a Palazzo degli Elefanti.

Pur portando la simulazione a un’ipotesi estrema, ma non improbabile (ovvero che ci sia un aumento dell’astensione pari al 5% rispetto alle scorse elezioni amministrative), il bottino necessario per scongiurare il ballottaggio è pari a 58.785-59.713 voti, mentre il quorum per le liste è fra 6.575 e 6.729 preferenze.

Twitter: @MarioBarresi

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