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Processo sparatoria a Librino, colpo di scena in aula

A sedere sul banco dei testimoni, una donna che risiede al quarto piano di una delle palazzine di viale Grimaldi

Laura Distefano

03 Aprile 2023, 15:23

Sparatoria Librino

Sparatoria di Librino: processo

A primo impatto sembrava un'udienza come le altre. Ma invece, questa mattina, in pochi minuti è accaduto l'imprevedibile nel processo davanti alla Corte d'Assise sulla sparatoria di Catania dell'8 agosto 2020. A sedere sul banco dei testimoni, una donna che risiede al quarto piano di una delle palazzine di viale Grimaldi a Librino.

La Corte ne ha disposto l'audizione perché – come richiesto dalle difesa – sarebbe stato utile interrogare la signora che secondo il collaboratore (e imputato) Michael Agatino Sanfilippo avrebbe supportato e dato aiuto ai killer dopo lo scontro armato con i Cappello. Nella scorsa udienza le donne residenti al quarto piano di un preciso civico emerso dai verbali del pentito erano state citate tutte, ma all'appello ne mancavano due. Una di queste è stata nuovamente citata – con accompagnamento coattivo – per questa mattina. Una volta seduta e prestato giuramento ha risposto alle domande della presidente Maria Pia Urso. La donna ha negato di aver mai prestato supportato persone e ha negato di conoscere i soggetti nominati dalla Corte. Inoltre quella sera era rientrata nel tardo pomeriggio perché aveva passato la giornata con la figlia. Ma ad un certo punto Michael Agatino Sanfilippo, collegato dal sito riservato, ha chiesto di poter fare delle dichiarazioni spontanee.

E così è arrivato il colpo di scena che ha portato un silenzio tombale in aula. “Presidente è lei la signora che quella sera ha aiutato me, Carmelo Distefano (boss dei Milanesi) e gli altri”, ha detto il pentito. Il collegio ha così disposto il confronto tra il collaboratore e la teste, ma la donna ha mantenuto la stessa linea: “Io non conosco nessuno”. E il pentito invece che ha sollecitato: “Ma come signora non si ricorda che ci ha dato il succo di frutta?”. Per poter approfondire meglio i contorni dell'episodio è stato chiesto a Sanfilippo di descrivere l'appartamento: “Appena si entra c'è la cucina”. La donna ha precisato: “Prima della cucina c'è un piccolo ingresso”.

A questo punto, uno dei difensori ha chiesto di fare un sopralluogo per verificare le due descrizioni e anche di sentire la figlia a riscontro. Ma il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, che sostiene l'accusa assieme al pm Alessandro Sorrentino, si è opposto a queste istanze. Argomentazioni che sono state accolte dalla Corte d'Assise che le ha rigettate. Non sono mancate, poi, le dichiarazioni spontanee dell'imputato Distefano che ha bollato (nuovamente) come bugie le dichiarazioni dei Sanfilippo. Ricordiamo, che anche l'altro fratello imputato Carmelo Martino è un collaboratore. Anzi è il collaboratore che ha fatto rivelazioni pochi giorni dopo la guerriglia armata di tre anni fa che ha fatto registrare la morte di Enzo Scalia e Luciano D'Alessandro nelle file dei Cappello. Infatti gli imputati sono accusati di duplice omicidio. A questo punto la fase istruttoria del processo si è conclusa e il 17 aprile comincerà la requisitoria dei pm.