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Stop ai fondi del “bando periferie”, per Catania a rischio 58 milioni

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – Il taglio dei fondi del «bando per le periferie» a Catania potrebbe costare “salato”. Si tratta di circa 58 milioni di finanziamenti che vennero firmati a dicembre 2017 dall’allora sindaco catanese Enzo Bianco e dal presidente del Consiglio dell’epoca, Paolo Gentiloni. Catania era entrata nel programma di finanziamenti – che riguarda tutta l’Italia – con un progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana di San Giovanni Galermo e di Trappeto nord, per una spesa di circa 18 milioni. Il progetto complessivo prevede la riqualificazione di aree e strutture edilizie esistenti ma anche la realizzazione di nuovi edifici, come una parrocchia e il miglioramento del servizio di trasporti. Gli altri 38 milioni del bando sono stati assegnati alla Città metropolitana per interventi di riqualificazione e per la stesura di piani strategici per il territorio. Tra gli interventi la ristrutturazione dell’ex scuola Brancati di viale S. Teodoro per adibirla a liceo artistico, la riqualificazione del campo sportivo di Camporotondo, la rifunzionalizzazione della piscina di S. Giovanni La Punta e la riqualificazione del viale Kennedy.

Il taglio previsto del Milleproroghe riguarda la prima tranche di lavori che si riferiscono alla riqualificazione dei quartieri di Galermo e Trappeto nord, con tra l’altro la ristrutturazione del PalaGalermo. E inoltre la messa in sicurezza sismica, la prevenzione antincendio e il miglioramento energetico. Nelle settimane scorse alcuni di questi interventi erano stati banditi. Adesso la decisione di cancellare questi fondi per le periferie rischia di bloccare tutto l’iter.

Il sindaco Pogliese, appresa la notizia, si è auspicato una correzione in vista dell’approvazione: «Proprio in questi giorni avevamo dato accelerazioni alle gare per le progettazioni esecutive di alcune delle opere inserite nel piano di interventi (PalaGalermo, ex scuola Padre Santo Di Guardo e completamento piazza Montana) così da avviare in tempi brevi le realizzazioni. Consideriamo questa decisione una doccia fredda che aggiunge ulteriori difficoltà alle tante che abbiamo trovato. Auspico che il governo e il Parlamento rivedano la norma di questo inaspettato stop, che paralizza una parte del nostro impegno».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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