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Catania, lady Pogliese si racconta: «Schietta, dolce e un po’ irruenta..»

Di Carmen Greco |

CATANIA – Non chiamatela first lady. Se i più conoscono bene il sindaco Salvo Pogliese, molti meno conoscono la moglie, Letizia Santonocito, 39 anni, al suo fianco da quando ne aveva 22. La sua “cifra presenzialista” è il low profile. Poche le foto e ancora meno le parole. Sui social non esiste, almeno ufficialmente, e l’unica “uscita” pubblica, finora, è stata quella nel giorno dell’insediamento del marito a Palazzo degli Elefanti.

First lady, mayor’s wife, premiére dame, prima cittadina, come la dobbiamo chiamare?

«Con nessuno di questi appellativi. Mi puoi chiamare semplicemente Letizia».

Grazie, ma giornalisticamente il “tu” non sta bene per un’intervista ufficiale. Posso continuare a darti del lei? Che effetto le fa essere la moglie del sindaco?

«Mi sento onorata di esserlo, ma nello stesso tempo sento una grande responsabilità».

Lei ha scelto finora di restare defilata rispetto al ruolo di suo marito, timidezza o “snobberia”?

«In realtà, sono una donna molto riservata e discreta che non ama i riflettori accesi. So essere al suo fianco quand’è necessario».Com’è cambiata la vostra vita dalla notte del 10 giugno scorso?

«Nonostante i continui impegni e le enormi responsabilità di mio marito, devo dire che la nostra vita è cambiata sicuramente in meglio. Ci vediamo molto più di prima considerato che, da quando ci siamo sposati, Salvo ha vissuto molti giorni della settimana a Palermo prima e a Bruxelles successivamente».

Come vi siete conosciuti?«Tramite mia sorella che era la segretaria del Fronte della Gioventù di Misterbianco quando Salvo ne era il segretario provinciale. Avevo 15 anni ma ci siamo fidanzati quando ne avevo 22».

Ha mantenuto rapporti con il suo paese d’origine o si sente ormai catanese?

«Misterbianco è la città in cui ho vissuto la mia infanzia e dove vivono tuttora i miei genitori che mi danno una grande mano con i bambini quando io e Salvo ne abbiamo bisogno. Continuo a mantenere rapporti con il mio paese ma mi sento una catanese doc».

L’abbiamo vista all’insediamento con un outfit total blue, segue le orme di suo marito sempre in completo blu?

«Certo. Era giusto essere eleganti in un giorno importante per la mia famiglia e per la mia città».

Ci parli un po’ di lei, che studi ha fatto, che lavoro fa, dove abita, che cosa le piace fare nel tempo libero, il suo piatto preferito? Insomma, chi è Letizia…

«Mi sono diplomata al liceo linguistico Sant’Orsola di Catania e poi mi sono laureata in Economia e gestione delle Imprese turistiche. Ho sempre lavorato sin da quando avevo 17 anni, ho fatto l’hostess congressuale, l’assistente di volo e l’agente di viaggio. Adesso lavoro in una società di web marketing. Mi occupo a tempo pieno dei miei figli e amo fare sport, la mia passione. Il mio piatto preferito è la carne. La adoro, cucinata in tutte le maniere».

Tre aggettivi che la descrivono?«Mi definisco una donna schietta, dolce e un po’ irruenta».

Per suo marito è cominciato un duro lavoro in salita, con la spada di Damocle del dissesto sul collo. Dica la verità: quando è arrivata la notizia gli ha detto “ma chi te l’ha fatto fare?”.

«In effetti gli ho detto proprio così, ma so perfettamente l’amore che lui nutre per la nostra città e condivido la scelta che ha fatto».

Facciamo un po’ di gossip, com’è il sindaco in casa?

«Salvo a casa legge, studia e coccola la sua famiglia».

La vostra giornata tipo?«Ci svegliamo alle 6.30, ci prepariamo, facciamo colazione tutti insieme. Usciamo di casa alle 7:30, Salvo va a Palazzo degli Elefanti, io vado ad accompagnare i bambini a scuola e poi al lavoro. Quando possiamo, pranziamo tutti insieme. Di pomeriggio accompagno i miei figli al rugby e di sera si cena assieme».

La squadra di governo di suo marito non brilla per pari opportunità: solo un’assessora, non crede che si sarebbe potuto fare di meglio?

«Barbara Mirabella è una forza della natura, vale per quattro».

Dà mai consigli al sindaco su questioni amministrative? Ne parlate mai, o i rispettivi lavori restano fuori dalla porta di casa?

«A casa parliamo poco di lavoro, cerchiamo di dedicare tutto il tempo e le attenzioni alla famiglia».

Da laureata in Economia del turismo e dell’Ambiente, secondo lei com’è messa Catania su questi due fronti chiave per lo sviluppo?«Catania è una splendida città che ha un potenziale turistico enorme ancora non totalmente sfruttato. Sull’ambiente si deve totalmente voltare pagina, soprattutto sulla raccolta differenziata ma occorre anche la collaborazione di tutti i catanesi».

Che cosa ha imparato, finora, su Catania e i catanesi?

«I catanesi sono molto simpatici, dinamici e intelligenti ma devono imparare a rispettare di più le regole e la loro città».

Se suo marito torna a casa su tutte le furie dopo una giornata pesante lei che fa, gli cucina un manicaretto o esce con le amiche?

«Gli preparo il suo piatto preferito: spaghetti con zucchine fritte e ricotta salata».

Avrebbe fatto gli onori di casa con le first lady del G7?

«Assolutamente sì».

Vacanze quest’anno? Ne farete? Che genere di vacanza le piace?

«Qualche giorno sicuramente. Abbiamo l’assoluta necessità di staccare la spina. Andremo in un villaggio turistico in Sicilia. La nostra tipica vacanza è al mare. Io, Salvo e i bambini lo adoriamo».

Un suo personale desiderio-augurio per il giorno di Ferragosto?

«Mi auguro che le tantissime famiglie catanesi che vivono nell’indigenza possano trovare presto un po’ di ristoro e che i nostri concittadini costretti ad abbandonare la nostra terra, e talvolta anche le proprie famiglie, possano tornare nella nostra splendida città».

Twitter: @carmengreco612

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