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Catania, «Il cimitero è vicino all’esaurimento di aree disponibili»

Di Cesare La Marca |

Catania – Nessuno sgomita per passare prima, almeno per varcare quel cancello, ma il cimitero non potrà durare in eterno; questo ormai i catanesi lo sanno, anche perché della questione si discute da anni, mentre la “vita residua” dell’enorme area di via Acquicella è sempre più ridotta, così come i suoi spazi.

Ma non basta, il camposanto è inoltre ormai cronicamente inadeguato rispetto a nuove esigenze e alla possibilità di scelta della cremazione – su cui non tutti saranno d’accordo ma che andrebbe comunque garantita a chi ha maturato questa decisione, e si tratta di un numero sempre crescente di persone – e questo rappresenta un problema e un limite per una grande città e una struttura che va considerata anch’essa, nella pianificazione di spazi e servizi, su scala metropolitana. Poi c’è la questione della manutenzione complessiva dell’area, che davvero non è semplice, ma che va comunque adeguata a standard migliori, e quella della sicurezza, perché è risaputo che tra i vialetti del cimitero di via Acquicella non ci si può sentire del tutto tranquilli, così come è nota la difficoltà di tenere sotto controllo un’area di enorme estensione da parte dei pochissimi vigili urbani disponibili, e questo impone di rafforzare e mettere a regime un sistema di videosorveglianza molto più capillare ed efficace.

Tutte questioni che l’assessore con delega ai Servizi cimiteriali, Pippo Arcidiacono, intende affrontare da subito, tanto da aver già convocato, proprio per domani, un vertice con dirigenti e tecnici del settore. «Ritengo sia nostro dovere restituire decoro e dignità a questo luogo che rappresenta la nostra memoria, e per questo ho voluto convocare un primo incontro – spiega Arcidiacono – anche perché sono rimasto francamente colpito dal fatto che nei locali del deposito delle salme non vi sono servizi igienici funzionanti, nonostante diverse persone tra operatori e addetti ai trasporti funebri debbano rimanervi a lungo. Mi sono già confrontato e continuerò a farlo col sindaco Pogliese, che condivide questa necessità di intervenire, e d’intesa con l’Ecologia e l’assessore Cantarella sarà presto avviato un intervento generale di scerbamento e pulizia dell’area».

Qual è il margine che rimane per nuovi spazi, in pratica la “vita residua” del cimitero?

«Stiamo andando verso la completa saturazione delle aree – spiega l’assessore – gli spazi residui per tombe e cappelle sono sempre più ridotti e tra meno di cinque anni non avremo più alcun margine disponibile, dunque bisogna lavorare da subito per riavviare l’iter del progetto in project financing del secondo camposanto, nell’area a sud della città confinante con contrada Passo del Fico, che dovrà essere necessariamente dotato di impianto per la cremazione delle salme, in quanto non possiamo accettare che oggi le famiglie dei defunti che avevano espresso questa volontà debbano affrontare viaggi e spese extra fino a Palermo o Reggio Calabria. Nei nostri programmi c’è anche l’ampliamento del cimitero di San Giovanni Galermo, per cui sono disponibili fondi stanziati dal Patto per Catania, che dobbiamo assolutamente utilizzare, perché esigenze e richieste di spazi sono in crescita anche in questa zona periferica».

I tempi stringono, dunque, per ampliare entro pochissimi anni gli spazi disponibili in una nuova grande area, e gli standard di un servizio di primaria importanza per una comunità, e non solo per quella. «Sono sempre maggiori le richieste di spazi per nuove tombe che ci pervengono da non residenti a Catania, magari emigranti o residenti nei comuni dell’hinterland etneo – aggiunge Pippo Arcidiacono – ed è questo un elemento che non possiamo sottovalutare e a cui dobbiamo prepararci a dare risposta».

E come?

«Il nuovo regolamento sarà uno dei primi atti che porterò in Consiglio comunale, lo sto valutando, il documento adeguerà il cimitero di via Acquicella e la futura struttura a sud della città alle esigenze di un’area metropolitana, garantendo ai cittadini equità e trasparenza».

La base di un lavoro molto complesso è quella della delibera della precedente Giunta, che lo stesso Arcidiacono valuta positivamente, che nel settembre dello scorso anno approvò il nuovo regolamento cimiteriale e funebre di polizia mortuaria, unificando il regolamento del cimitero, che risaliva al 1929 e quello dei trasporti funebri del 1960. Due regolamenti che, malgrado vari aggiustamenti negli anni, erano ormai datati e non adeguati alle norme che oggi disciplinano il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione.

Si tratta di 42 articoli volti a garantire la salute pubblica e ad assicurare un ordinato esercizio dei servizi funebri con riferimento in particolare al trattamento delle salme, ai trasporti funebri, alla concessione di aree e manufatti destinati alle sepolture, alla cremazione e conservazione, o eventuale dispersione delle ceneri individuando, nel caso della cremazione senza espressa volontà del defunto, anche chi ha diritto a decidere. Un capitolo importante riguarda le concessioni e le scadenze e anche il destino di eventuali arredi funebri che rimarranno di proprietà del Comune che, comunque, deciderà di volta in volta come utilizzare le opere di valore artistico e storico e le cappelle sulle quali non ci siano vincoli. L’atto regolamenta anche l’operato delle imprese di pompe funebri alle quali è fatto, tra l’altro, divieto di accaparrarsi i servizi in modo molesto o inopportuno, o ricorrendo a sistemi al di fuori della legalità.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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