Mafia, a Catania c'è un nuovo “pentito”: fa tremare clan Cappello e narcos etnei
Michele Vinciguerra, detto 'u cardunaru, pronto a collaborare con la giustizia: storica pedina della cosca, conosce i segreti del traffico di droga
La mafia catanese fatica a rimettere in sesto i propri organigrammi. I colpi inferti nell'ultimo anno sono stati mortali. E ci sono stati blitz che, anche se non direttamente frutto di indagini di Dda, hanno fatto saltare alcuni equilibri al vertice di diversi clan.
Sono tempi duri per i Cappello ma anche per chi è specializzato in traffico di droga. Da qualche settimana hanno deciso di voltare le spalle alla malavita Michele Vinciguerra, detto 'u cardunaru, e il genero Alberto Bassetta. Entrambi sono stati arrestati lo scorso dicembre nell'operazione Kynara dalla Squadra Mobile. I poliziotti scoperchiarono un fruttuoso traffico di droga che coinvolgeva anche narcos calabresi. Il processo è già cominciato da qualche giorno ma in autunno entrerà nel vivo.
A far tremare i polsi a molti “affiliati” dei Cappello, anche detenuti, è Vinciguerra, che è stato una “storica” pedina della cosca. ‘U cardunaru, dopo essere uscito nel 2021 dal carcere dove ha scontato 12 anni dopo la condanna nel processo Revenge, avrebbe immediatamente rimesso le mani in pasta nella droga. Il pentito Carmelo Liistro ha spiegato agli investigatori che Vinciguerra era «un capogruppo dei Cappello» che agiva «in maniera autonoma». Il boss, amante dei botti e delle canzoni neomelodiche, avrebbe avuto il controllo criminale su un buon pezzo del quartiere San Cristoforo. «Ha il controllo di via Piombai, Salette e Tondicello della Plaia. Il gruppo delle Salette è passato da Massimiliano Salvo al “cardunaro”», ha rivelato sempre Liistro ai pm.
In attesa di conferma
L'aspirante collaboratore di giustizia - dovrà superare la prova dei 90 giorni per avere confermato il programma di protezione - è un profondo conoscitore di molti segreti del passato. Sin dagli anni Ottanta. E quella è stata un'epoca anche di guerre e faide di mafia. Potrebbe anche conoscere nomi di killer di omicidi rimasti irrisolti. I verbali assolutamente top secret potrebbero squarciare veli di silenzio durati decenni.
Collabora anche il genero
Il 23enne Bassetta - che risulta dipendente di un autonoleggio - ha avuto i primi interrogatori (nella veste di persona sottoposte a indagini) lo scorso luglio. Il giovane ha immediatamente chiarito di non poter fornire alcuna informazione utile rispetto alle organizzazioni mafiose di cui non ha mai fatto parte e non ha conoscenze rispetto a covi e nascondigli di arsenali. Il giovane ha rivelato invece particolari di riscontro alle “attività” di droga che viaggiavano nell'asse Calabria-Catania. I magistrati e gli investigatori gli hanno anche mostrato le foto degli altri coimputati. E per alcuni di loro Bassetta ha saputo fornire indicazioni sul ruolo criminale che avrebbe rivestito nel traffico di sostanze stupefacenti organizzato dal suocero.