Il business del noleggio delle auto di lusso senza carta di credito: Catania come Napoli?
Sparatorie e blitz accendono i fari su un settore in crescita
Nascono come funghi. Vicino all’aeroporto. E in via Plebiscito, ma anche nei quartieri periferici. Sono gli autonoleggio, alcuni anche di luxury car come Ferrari, Maserati e Lamborghini. Il denominatore comune è che - a differenza delle grandi holding del settore - concedono l’affitto delle vetture senza la garanzia delle carte di credito e anche senza un deposito cauzionale. Massima fiducia, insomma, per il cliente. Ma questa “pratica” economica ha già fatto alzare le antenne. Il rischio, infatti, è che possano essere usati come “lavatrice” per capitali neri.
Riciclaggio
La pratica di lavaggio dei soldi sporchi attraverso il business del noleggio di auto di lusso in verità è stata già battezzata dalla camorra. Ed è stata al centro anche di recenti inchieste della magistratura napoletana e campana. E quello che è emerso da quelle indagini ha delle raffigurazioni comuni con Catania.
Le ditte di autonoleggio molte volte sono gestite da poco più che ventenni, che magari hanno un cognome di peso nell’ambito della criminalità organizzata. E come non pensare al giovane Giovanni Gurreri, nipote di “zorro” - vecchio boss dei Cursoti Milanesi - che è stato gambizzato in viale Medaglie d’Oro diversi mesi fa proprio vicino all’autonoleggio che gestisce. Non è dato sapere se è intestato direttamente a lui. Il giovane rampollo - che in un’intercettazione si vanterebbe di essere un Cappello - è stato recentemente arrestato perché ha sparato contro un uomo proprio per un debito non saldato di una macchina presa in affitto.
Alcune settimane prima un autonoleggio di via Negrelli è stato anche teatro di una vera e propria azione punitiva. Ma i titolari non avevano fatto i conti con i parenti della vittima, che si sono presentati armati di pistola per “vendicare” il pestaggio.
Quei bolidi nei quartieri
Noleggiare è più sicuro di acquistare. Si rischiano meno controlli. Se poi si fa in contanti e senza tracciare con la carta di credito significa bypassare una serie di accertamenti fiscali. Ma più in concreto si sta cercando di evitare indagini patrimoniali e quindi provvedimenti di prevenzione. A Catania nell’ultimo periodo si vedono sfrecciare molte Lamborghini in quartieri come San Cristoforo, San Berillo Nuovo, Trappeto nord. A Picanello Andrea Consoli, coinvolto nel blitz Picaneddu (appunto), aveva preso a noleggio una Maserati che i carabinieri avevano imbottito di microspie. Grazie a quelle conversazioni intercettate gli investigatori scoprirono gli investimenti del boss Giovanni Comis del clan Santapaola in un’etichetta discografica specializzata nella musica neomelodico.
Ostentare è la nuova regola
Catania sempre più come Gomorra. In alcuni casi sembra di leggere il copione di una puntata della serie tv cult. Ostentare poi è la nuova regola che vige tra le nuove leve criminali. Viaggiare su un’auto di grossa cilindrata darebbe una parvenza di forza e di potere. E così i profili Facebook di diversi personaggi che poi sono finiti in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono tempestati di foto che li immortalano con queste supercar. Come lo scatto del matrimonio di Cristian Monaco, arrestato nel blitz Cameleonte in piena pandemia Covid, che sfoggiava una Ferrari bianca. Gli investigatori, nel corso nella conferenza stampa dell’operazione, evidenziarono che quell’auto di lusso era stato un “dono” di Mario Strano, ex santapaoliano poi migrato tra i Cappello-Carateddi. La luxury car sarebbe stata noleggiata precisamente a spese di Luigi Scuderi, genero di Strano. Alcune intercettazioni “documentano in termini di alta probabilità - annotò il gip - il pagamento dell’auto” da parte di Scuderi. Fu lo stesso a raccontarlo: «Cristian… Cristian Monaco se l’è affittata… gliel’ho affittata io… gli ho fatto…»
Insomma, ci sono tutti i pezzi del mosaico per scavare e capire se ci possano essere speculazioni illecite in questa escalation di aperture di autonoleggi “senza l’obbligo di carta di credito": ”no-credit card” recitano molti slogan pubblicitari.
Nuove aperture
Qualche tempo fa in città c’era un proliferare strano e sospetto di centri scommesse online. Le indagini della Dda etnea portarono a scoprire come quel business fosse stato preso di mira dai clan mafiosi di tutti gli schieramenti. Dai Santapaola ai Cappello. In quel caso addirittura le sale di gambling erano diventate una sorta di presidio fisico della cosca. Come un modo per far capire chi aveva “la governance” mafiosa in quel quartiere, via o zona. Un po’ come si faceva una volta con le estorsioni. I confini di potere criminale oggi invece sono determinati dalle piazze di spaccio. E chissà se i proventi della droga non servano per aprire le agenzie di autonoleggio.