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I 4 clan, il coordinatore, il capo piazza, i pusher, le vedette: ecco la via della droga a Catania

I dettagli del blitz antidroga Malerba che ha portato in carcere 46 persone (5 minorenni) in via Capo Passero

Redazione La Sicilia

11 Ottobre 2023, 12:01

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Il blitz dei carabinieri denominato “Malerba” ha consentito di disarticolare 4 gruppi criminali che gestivano numerose “piazze di spaccio” di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) nel popoloso quartiere di San Giovanni Galermo di Catania. È stato accertato come “Cosa nostra” catanese, nonostante le continue operazioni di polizia sul territorio, sfruttando la peculiare morfologia dell’area, caratterizzata da complessi edilizi “chiusi” non facilmente permeabili dalle forze di polizia, come la nota via Capo Passero (una vera e propria via della droga) , continua a controllare il territorio e ad imporre ai singoli sodalizi criminali regole, prezzo e quantitativo della droga da smerciare, creando un vero e proprio sistema di controllo del mercato.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa da marzo 2021 a ad aprile 2022, si pone in continuità con la maxi operazione Scanderbeg, che nel 2020 ha visto l’arresto di 101 soggetti, e si sviluppa da una qualificata attività di osservazione a distanza svolta affiancata da una parallela attività tecnica di intercettazione e da numerosi riscontri oggettivi (arresti in flagranza di reato, controllo degli acquirenti, sequestri di droga, denaro e armi), permettendo in tal modo di ricostruire il “modus operandi” delle piazze di spaccio, delineando struttura ed organigramma dei vari sodalizi criminali che vi operavano, alternandosi in diversi turni orari nell’arco dell’intera giornata, con una copertura h 24.

Il vertice

Al vertice dell’associazione criminale - secondo gli investigatori - col ruolo di coordinatore e supervisore di molte piazze di spaccio, ci sarebbe il noto pluripregiudicato Antonino Raimondo – responsabile della fornitura, in modo esclusivo e continuativo, della sostanza stupefacente per conto del gruppo Nizza, inserito nella famiglia mafiosa Santapaola Ercolano.

Le regole

L’imponente e lucroso traffico illecito di stupefacenti, ha dunque garantito la pacifica convivenza di organizzazioni criminali ben strutturate, che avevano stipulato un accordo teso ad evitare la concorrenza sleale tra le piazze di spaccio (che si trovano una a pochi metri dall'altra) e l’insorgere di possibili conflitti tra gruppi mafiosi: è stata accertato che in base alle "regole" sulla leale concorrenza di mercato imposte dai clan, i pusher su strada non possono chiamare gli automobilisti/acquirenti che giungono lungo la via, che possono autonomamente scegliere la piazza di spaccio cui rivolgersi.

Il giro d'affari

Alcune “piazze di spaccio” attive senza soluzione di continuità, consentivano a circa 2.500 clienti giornalieri, di acquistare a qualsiasi ora la loro dose quotidiana di marijuana, cocaina o crack, incrementando con proventi di tutte le piazze di spaccio il volume d’affari della criminalità organizzata, per circa 240.000 euro al giorno (quasi 90 milioni di euro all'anno), prevalentemente destinati al sostentamento degli associati ed al mantenimento dei detenuti mafiosi e delle loro famiglie.

I ruoli

La piazza di spaccio veniva gestita da un responsabile (cosiddetto. capo piazza), al quale il coordinatore delle piazze (Antonino Raimondo ) avrebbe assegnato una determinata fascia oraria nella quale organizzare la vendita di marijuana, cocaina e crack.

Nell’ambito di tali turni predefiniti il responsabile di ciascuna piazza individuava gli addetti alle cessioni (pusher) che, coadiuvati dai corrieri responsabili del trasporto dello stupefacente dal luogo di stoccaggio al luogo di vendita, dagli addetti alla custodia delle sostanze stupefacenti (che avveniva in abitazioni limitrofe o altri luoghi) e dalle vedette che li avvisavano tempestivamente per consentire loro una fuga immediata, ponevano in essere innumerevoli cessioni di stupefacenti, nell’ordine delle centinaia per ogni turno.

La fitta rete di vedette radiocollegate - sia quelle statiche posizionate all’interno di abitazioni private o sulle terrazze dei palazzi, sia quelle dinamiche operanti su strada a bordo di motocicli messi a disposizione dalle organizzazioni e preposte al controllo delle vie di accesso carrabili e pedonali - garantiva un servizio a favore dell’intera collettività criminale del quartiere, retribuito dai responsabili di tutte le piazze di spaccio.

Le armi

L’indagine ha inoltre consentito di accertare la disponibilità e l’utilizzo, da parte di alcuni sodali criminali, di armi da fuoco all’interno delle piazze di spaccio come testimonia il sequestro operato in data 24 marzo 2022 di una pistola semi-automatica marca cal.380 con matricola abrasa, ed il rinvenimento nella stessa circostanza di una pistola semiautomatica cal.7.65 carica e pronta all’uso.