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Catania, detenuto tenta di strangolare un poliziotto penitenziario

Lepisodio denunciato dal Sappe nel carcere di Piazza Lanza

Redazione La Sicilia

21 Ottobre 2023, 16:52

CARCERI: OPG MONTELUPO, 'I PAZZI SONO FUORI'

Un detenuto del carcere psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, 3 marzo 2013. ANSA/MAURIZIO DEGL' INNOCENTI

Un detenuto ha aggredito e tentato di strangolare nel carcere di Piazza Lanza a Catania un agente di Polizia penitenziaria nel reparto Amenano. A denunciarlo è il consigliere nazionale per la Sicilia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), Francesco Pennisi.

«Mentre il poliziotto preposto alla sezione si accingeva a far rientrare un detenuto nella sua cella - racconta -, è stato afferrato al collo con violenza» da un altro detenuto «che, con forza, ha tentato di strangolarlo. Dopo una colluttazione, l’agente è riuscito a divincolarsi e a dare l’allarme, riuscendo nel contempo a richiudere la cella».

«Prontamente è intervenuto l'ispettore di sorveglianza generale unitamente ad altro personale disponibile per ripristinare l’ordine e la disciplina» dice ancora Pennisi.

Dopo l’aggressione l’agente ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale, da dove è stato successivamente dimesso.

«Il detenuto aggressore, di origine messinese - prosegue Pennisi -, pare si sia scagliato contro l’agente per motivi relativi a un presunto eccessivo ritardo dell’agente a rispondere a una sua chiamata. I futili motivi del gesto fanno chiaramente emergere, ancora una volta, le gravi problematiche di ordine e disciplina dell’istituto penitenziario catanese che, tra l’altro, da circa due mesi è privo del comandante titolare, trasferito in altra sede. Il Sappe, dopo le innumerevoli denunce di eventi critici accaduti a danno del personale di Polizia penitenziaria, non riesce davvero a comprendere la totale immobilità e il disinteresse dell’amministrazione centrale e periferica, ma soprattutto degli organi istituzionali preposti per quanto quotidianamente sta avvenendo all’interno dei penitenziari italiani», conclude.