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Riposto: stele sfregiata a Villa Pantano, identificati e arrestati gli autori

Sono otto gli episodi tra furti e danneggiamenti contestati ai due indagati

Mario Previtera

03 Novembre 2023, 10:15

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Nell’aprile scorso un gravissimo atto delinquenziale era stato compiuto da ignoti ai danni di due monumenti che si trovano all’interno di villa Pantano a Riposto. Nonostante la potente illuminazione e la centralità del luogo, erano stati staccati dalla stele alcuni fregi di prestigio in rame risalenti al 1915 che adornavano l’obelisco accanto al quale c’è la bandiera del Tricolore.

Due arresti

Alla vigilia delle celebrazioni del 4 Novembre a villa Pantano, i carabinieri hanno individuato e arrestato gli autori di quella ignobile azione. La Procura Distrettuale della Repubblica, ha dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare del GIP del Tribunale di Catania: la prima nei confronti dei ripostesi di Emanuele Sebastiano Grasso di 38 anni e di Andrea Spadaro, 29 (rispettivamente custodia in carcere e arresti domiciliari), indagati per “furto aggravato in concorso” e “deterioramento di beni culturali”.  La seconda, invece,  a carico del solo Andrea Spadaro (custodia in carcere), ritenuto responsabile di “furto aggravato in concorso”.

Otto gli episodi contestati

I fatti che hanno originato l’emissione  delle misure cautelari in questione si sarebbero verificati, come documentato dalle indagini dei militari dell’Arma, nella cittadina jonica nei primi cinque mesi del 2023.  In particolare la coppia, come risulta dagli elementi compendiati nella ordinanza custodiale, tra il 25 gennaio ed il 13 aprile scorsi, a  Riposto e Fiumefreddo, si sarebbe resa autrice di una sequela di 8 episodi delinquenziali, riconducibili a reati predatori, ai danni dei proprietari di diverse autovetture parcheggiate in strada, dalle quali, nottetempo, avrebbero asportato i catalizzatori, segandoli dall’impianto di scarico e cagionando così ingenti danni economici alle vittime. Nel corso delle scorribande, Grasso  e Spadaro si sarebbero altresì introdotti sia all’interno di un cantiere edile di corso Italia a Riposto, dal quale avrebbero rubato una ingente quantità di materiali ed attrezzature per la costruzione, sia in una officina meccanica del centro di Riposto, dove avrebbero razziato vari utensili da lavoro, un pc, sei catalizzatori per autovettura e la somma di 600 euro in contanti. Successivamente, l’azione criminale più grave che gli indagati avrebbero posto in essere, tenuto conto dell’alto valore simbolico dei beni “sfregiati”, ovvero  il saccheggio e il deturpamento, mediante l’asportazione, di 8 fregi e 3 bassorilievi in bronzo, del monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, nonché dell’opera scultorea dedicata al senatore Edoardo Pantano, entrambi ubicati all’interno della villa comunale a quest’ultimo intitolata. Tale gesto sarebbe stato commesso da  Emanuele Sebastiano Grassp, unitamente a due complici, non ancora identificati. 

Le indagini dei carabinieri

I Carabinieri, avviata subito l’attività d’indagine mediante la visione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti sui luoghi interessati, sarebbero riusciti a cogliere elementi essenziali all’individuazione dell’autore del crimine, come l’abbigliamento utilizzato – trovato indosso al Grasso durante un occasionale controllo su strada dei Carabinieri – e l’autovettura a lui in uso, una Fiat Panda. Analogamente, inoltre, i Carabinieri hanno eseguito la seconda ordinanza a carico del solo Spadaro che, unitamente ad un complice ancora ignoto, il 7 maggio scorso si sarebbe introdotto nei locali della stazione ferroviaria circumetnea di Riposto, sfondandone una porta e, dopo aver forzato la biglietteria automatica, avrebbe asportato il denaro contenuto, ammontante a circa un centinaio di euro. Anche in questo caso, l’esame dei filmati delle telecamere presenti in loco si è rivelata determinante.  Le risultanze investigative, così fornite all’Autorità Giudiziaria dai Carabinieri di Riposto, hanno consentito alla Procura di Catania di chiedere e ottenere dal  GIP del Tribunale etneo l’emissione di due provvedimenti cautelari, notificati presso il carcere catanese di Piazza Lanza ai due ripostesi, già detenuti per altra causa.