La morte di Chiara, sabato corteo e fiaccolata a Catania: «Basta morti su quella strada folle e incontrollata»
Partenza da piazza Santa Maria di Gesù fino alla sede della Facoltà di Biologia in via Androne
Il mondo universitario reagisce all’ennesimo incidente lungo la circonvallazione che ha coinvolto la giovane studentessa mentre attraversava sulle strisce pedonali e le è costato la vita e lo fa nel solo modo che conosce: unendosi.
È, infatti, in fase di organizzazione un corteo, previsto per sabato pomeriggio. «Stiamo solo aspettando le ultime autorizzazioni dalla questura - spiegano da “La Finestra-Liberi di scegliere” - è un corteo aperto anche alle altre associazioni studentesche, che hanno già espresso la volontà di aderire. Il percorso in quella che sarà una fiaccolata, chi vorrà potrà lasciare un fiore, lo abbiamo immaginato in modo che non si crei difficoltà di gestione del traffico in una zona, quella dell’incidente, dove ci sono ospedali e dove non andremo. Abbiamo piuttosto deciso per un percorso che sia simbolico, ma importante, con partenza da piazza Santa Maria di Gesù fino alla sede della Facoltà di Biologia in via Androne. L’idea nasce da Lorenzo Commis, oggi dottorando in Geologia, ma che già due anni fa ha segnato una svolta nella storia dell’Ateneo rappresentando “La Finestra” nelle sedi accademiche per un Dipartimento, al quale apparteneva anche Chiara Adorno, tutto sommato piccolo. Assurto agli onori della cronaca per la peggiore delle ragioni».
La lettera
“La Finestra-Liberi di scegliere” già ieri aveva inviato anche una lettera aperta indirizzata al sindaco, Enrico Trantino e al rettore Francesco Priolo. Il motivo? Mettere nero su bianco la richiesta di un intervento urgente, a tutela della comunità cittadina e universitaria, che attraversa la circonvallazione. La lettera è firmata dai rappresentanti dell’associazione Salvatore Barresi, consigliere d’amministrazione, Davide Calà, coordinatore, Federica Cosentino, senatrice accademica, Lucrezia Famà, consigliera alla Scuola di Medicina e Lorenzo Commis in qualità di responsabile territorio dell'associazione.
«Siamo sensibilmente scossi dall’ennesima vittima, che poteva essere evitata, di una strada folle e incontrollata - scrivono e rendono pubblico - la nostra collega aveva solo 18 anni e aveva appena iniziato la propria carriera universitaria iscrivendosi al corso di Laurea in Scienze Biologiche. E ancora una volta è stata una studentessa a pagare il prezzo più caro della malsana gestione di uno dei punti più critici della viabilità cittadina».
Durante i recenti lavori sulla circonvallazione più o meno tutti si sono chiesti se fosse previsto qualche intervento per garantire maggiore sicurezza. «Evidentemente no - è l’amara presa d’atto - non è ancora chiaro alle amministrazioni che hanno governato e che governano questa città che la circonvallazione non è una strada che si presta ad attraversamenti pedonali, rialzati e non. E non lo è neanche in presenza di semafori perché, purtroppo, è una strada che si presta al superamento dei limiti di velocità. Siamo estremamente preoccupati dall’idea che ogni giorno studentesse e studenti rischino la propria vita per andare all’Università o per tornare a casa dopo una giornata di lezione».
La domanda
Da qui la deduzione, con una domanda prorompente e non più rinviabile: «In passato esisteva un cavalcavia che permetteva il passaggio dei pedoni da un lato all'altro della strada, sottraendoli ai pericoli dei pirati della strada. Nulla però si è saputo di questo ponte, dopo il suo smantellamento in occasione della realizzazione del sottopassaggio per le auto, tra l’altro vietato ai pedoni, di viale Fleming». Per la cronaca, il vecchio passaggio pedonale sopraelevato citato fu rimosso nell’agosto 2013 perché diventato instabile. Una volta rimosso, però, e nonostante un progetto per altri cinque passaggi pedonali sopraelevati, non se ne fece più niente. «Riteniamo indispensabile - concludono i rappresentanti dell’associazione - ripristinare un attraversamento esclusivamente pedonale, per azzerare il conto delle vittime della strada».