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Pulizia dei fiumi: la tempesta arrivata prima della Regione

Di Gianluca Reale |

Catania – Quasi una beffa, dopo anni di ritardi. La pioggia è arrivata prima della Regione. In questo caso, prima del piano di interventi di somma urgenza varato dall’Autorità di Bacino del distretto idrografico della Sicilia, nata lo scorso aprile. Un piano varato soltanto una ventina di giorni fa per opere urgenti: 26 cantieri in su altrettante “aste fluviali” in sette province, per una spesa complessiva di circa 6 milioni e 200 mila euro. Tra gli interventi previsti e finanziati ce n’erano anche alcuni che riguardavano il fiume San Leonardo, esondato nella notte tra il 18 e il 19 ottobre. Il presidente Musumeci li aveva annunciati in un comunicato stampa diffuso, ironia della sorte, proprio mercoledì 17 ottobre. «Nel Siracusano – si leggeva – con un milione di euro si provvederà al ripristino del regolare deflusso delle acque in sei luoghi dove è stato segnalato un pericolo per la pubblica incolumità». Tra questi, il fiume San Leonardo, dal ponte dei Malati sulla strada statale 194 fino al ponte sulla strada provinciale 67 in contrada Ponterotto di Lentini. Costo di circa 200 mila euro. E due confluenze, quella della fiumara Molinelli, fino al ponte sulla strada provinciale 47 in contrada Balatazza di Carlentini (170mila euro) e quella del torrente Gallo fino al ponte sulla strada statale 33 in contrada Belfusina a Francofonte (170mila euro).

Quasi una beffa, dunque, visto quello che è successo la notte del nubrifragio. Sarebbero servite quelle opere? Difficile dirlo. «Si tratta – spiega l’ingegnere Salvo Cocina, direttore facente funzioni dell’Autorità – di piccoli interventi, mentre servirebbero in questo caso interventi strutturali dal costo di decine di milioni di euro sui corsi fluviali. In generale, servirebbero centinaia di milioni per mettere in sicurezza tutti i fiumi siciliani, trascurati da almeno dieci anni”.

Il presidente Musumeci ha spinto molto per impiegare quei 6 milioni e cocci inutilizzati al Territorio e Ambiente. «Liberare subito i letti dei fiumi e dei torrenti prima che sopraggiunga la stagione delle piogge» era il suo diktat nell’annunciare, l’8 ottobre, i primi interventi in provincia di Ragusa: sul fiume Irminio a Giarratana (260mila euro); sui corsi d’acqua pubblici del bassopiano ispicese (253mila euro); sul torrente Modica-Scicli (264mila euro); sul fiume Dirillo ad Acate (253mila euro). Poi la seconda tornata di operazioni. In provincia di Agrigento, due opere per un totale di 767mila euro: alla foce del fiume Salso a Licata (487mila euro) e a Comitini nel torrente Cantarella (280mila euro). A Caltanissetta prevista la pulitura del torrente “Arenella” (326 mila euro); a Enna la messa in sicurezza del torrente Torcicodao (264mila euro). Cinque i progetti finanziati in provincia di Messina, con 1,235 milioni: tra Alì Terme e Nizza di Sicilia sul torrente Fiumedinisi (260mila euro), a Letojanni sull’omonimo torrente (260mila euro); sul torrente Ciaramita a Messina (260mila euro), a Militello Rosmarino sul torrente Rosmarino (260mila euro) e a Santa Lucia del Mela sul torrente Floripotema (195 mila euro). Nel Siracusano, oltre agli interventi previsti sul San Leonardo, sono stati finanziati lavori nel canale Galermi a Priolo Gargano e Sortino (150mila euro); nella Saia Randeci a Noto (180mila euro), nel vallone San Calogero ad Augusta (150mila euro). Infine, 1,6 milioni destinati a finanziare lopere in provincia di Trapani per la pulitura e il miglioramento della funzionalità idraulica di sei fiumi: il Belice (480mila euro), il Fiumefreddo (270mila euro), il Chinisia (210mila euro), il San Bartolomeo (215mila euro) e il torrente Canalotto, a valle del depuratore comunale di Alcamo (205mila euro).

Il piano è stata la prima mossa dell’Autorità di Bacino, nata dopo 29 anni di attesa e ancora in fase di strutturazione. Oltre al direttore facente funzioni, per adesso opera attraverso i dipartimenti dell’assessorato Territorio e Ambiente e quello Tecnico dell’assessorato per le Infrastrutture, che ingloba Genio Civile e Urega. E’ stato quest’ultimo a varare il piano dei lavori d’urgenza, dopo anni di immobilismo della frastagliata macchina che doveva assicurare la manutenzione di canali, torrenti e corsi d’acqua. Dai consorzi di bonifica al Genio Civile sino all’assessorato Ambiente. «La “fame” di opere nelle aste fluviali è così ampia – dice il dirigente del dipartimento tecnico delle Infrastrutture, Salvatore Lizzio – che l’impegno deve essere continuo, perché il corso d’acqua è una cosa viva, cambia e se non gli si sta dietro ogni sforzo viene vanificato. Le risorse necessarie sono veramente importanti, le stiamo cercando”. Intanto, le urgenze. Infondo, solo una goccia nel mare di quello che ci sarebbe da fare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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