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Piove sul bagnato, ancora maltempo a Palagonia che stava per riprendersi

Di Lucio Gambera |

Non c’è memoria di un evento analogo nei centri del Sud Simeto, il comprensorio che, da Palagonia a Militello, da Ramacca a Scordia, apre una storica “finestra” sulla Piana di Catania. Nessuno ricorda, da almeno 50 anni, lo stesso “inferno” di acqua e fango che ha sommerso centri abitati e aree produttive. Tra i soccorritori e nelle comunità c’è solo una consolazione: non ci sono state perdite di vite umane. Salvo Astuti, sindaco di Palagonia, non nasconde scetticismo e perplessità: «I danni, in questa fase, non sono calcolabili: l’eccezionale ondata di maltempo ha allagato ettari di campagne, danneggiando o distruggendo le coltivazioni agrumicole. La rete viaria e il tessuto urbano non potranno essere ripristinati in tempi brevi: alcuni segni dell’alluvione, dopo gli interventi di rimozione di detriti e pietre, nonostante la dichiarazione di calamità naturale, resteranno come cicatrici profonde».

L’attività di mezzi e ruspe in centro è incessante, ma le richieste di aiuto sono molteplici. La Regione ha promesso, al Comune, la consegna di nuove pale meccaniche, mentre aumenta il “fai-da-te” di volontari e privati per ripristinare le condizioni di locali e strade, restituendo una graduale “normalità” a tutti.

Nelle scorse ore sono arrivate tante attestazioni di solidarietà, «ma le prove più esemplari – ha aggiunto il primo cittadino – sono state offerte da tanti palagonesi, che hanno lavorato per liberare, nel silenzio del dramma, le abitazioni dei più sfortunati. L’Amministrazione comunale ha dato ospitalità e sostegno a una decina di sfollati, le cui dimore sono tuttora parzialmente inidonee o non abitabili». Ieri mattina, intanto, gli esiti delle prime ricognizioni sono stati illustrati al Municipio, con l’apertura di un “tavolo” di lavoro che coinvolgerà le migliori risorse professionali e tecniche della città. Ingegneri, architetti, geometri e geologi concorreranno a valutare, con accertamenti e perizie, lo stato di edifici pubblici, impianti sportivi e plessi scolastici, indicando la natura delle misure più indifferibili.

«Venerdì scorso è arrivata in paese – ha detto Astuti – una squadra di militari dell’Esercito, che hanno dato, in alcune operazioni di recupero, supporti materiali e psicologici a diversi nuclei familiari. Non potrà essere proficuamente recuperato, invece, il vecchio assetto idrogeologico del territorio, che la mano dell’uomo ha trasformato negli scorsi decenni. La natura ha solo deciso di riprendersi, in qualche area, il maltolto». Il Comune di Palagonia ha precisato che sul territorio sono stati rilevati circa 250 mm di pioggia, quasi la metà delle precipitazioni di un’annata. Eventuali segnalazioni potranno essere avanzate al “Coc” (Centro operativo comunale) , telefonando allo 095-7951780. La struttura operativa è preposta al coordinamento e alla gestione degli interventi presso il comando di Polizia municipale. A Militello, il centro che ha subito i danni minori, le squadre di pronto intervento hanno integralmente ripristinato le condizioni viarie delle strade urbane ed extraurbane. Sulla città dell’Unesco sono caduti 185 mm di acqua, che hanno eccezionalmente “ingrossato” i principali corsi torrentizi (il Lembasi-Loddiero, lo Iatrini e l’Oxena, affluenti del Trigona).

Danni ingenti sono stati accertati al Centro operativo comunale e all’autoparco di contrada Rena Rosa, che ospita gli auto-compattatori e i mezzi per la raccolta dei rifiuti urbani. L’allagamento interno ne ha quasi integralmente compromesso la funzionalità, danneggiando gravemente pure il pick-up antincendio fornito dal dipartimento regionale di Protezione civile. «Oltre al mezzo di servizio, l’associazione “Baschi verdi” di Militello ha perso – ha ammesso il volontario Pietro Paolo Messina – quasi tutte le attrezzature e l’abbigliamento, nonché i dispositivi di pronto intervento custoditi nella struttura. La rabbia? Siamo stati svuotati delle nostre funzioni nel momento di maggior bisogno della popolazione militellese».

Un appello è stato lanciato, infine, dal sindaco Giovanni Burtone, che ha invitato le comunità del circondario a rialzarsi al più presto: «I nostri territori sono provati. Condivideremo ogni atto di solidarietà e i percorsi di ripresa. La violenza della perturbazione è stata assolutamente eccezionale, ma non chiederò soltanto l’intervento della Regione siciliana. Anche lo Stato – ha concluso – dovrà fare la sua parte».

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