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Catania, sulla nuova stazione marittima il no al bando è "bipartisan"

Il project financing approda in Consiglio (che non ha competenza). Il presidente Di Sarcina in Aula

Maria Elena Quaiotti

14 Dicembre 2023, 08:20

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Ad aver animato la prima ora del Consiglio comunale di martedì (ripreso ieri sera) è stato il project financing da 317 milioni che include la realizzazione della nuova stazione marittima e l’incremento dei servizi portuali a Catania e Augusta per la durata di 25 anni, con bando pubblicato a fine ottobre e in scadenza a fine mese. Non un tema nuovo, dunque e non un tema di competenza dell’assemblea. Che però approda lo stesso a Palazzo degli Elefanti quasi a scadenza bando e con modalità poco ortodosse. Prima, infatti, c’è stata l’interrogazione a risposta scritta dell’Mpa, firmataria Serena Spoto, depositata il 29 novembre scorso (secondo il regolamento sono 15 i giorni disponibili per la risposta e non erano ancora trascorsi), poi la mozione dei consiglieri autonomisti Spoto e Orazio Grasso di cui si è parlato in aula (19 a favore e 9 contrari il voto), derogando al regolamento con la presenza del presidente dell’Autorità di Sistema portuale, Francesco Di Sarcina e una quarantina di portuali.

Le parole di Di Sarcina

Anticipiamo le notizie importanti rese note da Di Sarcina nella sua replica in aula: entro febbraio/marzo la nuova darsena sarà completata. «Si potrà così riorganizzare - ha detto il presidente - il traffico marittimo e, finalmente, parlare di waterfront. I 200mila crocieristi superati quest’anno, mai così tanti, devono portarci a migliorare sempre. Ogni porto che si rispetti ha una stazione marittima adeguata, le navi vanno dove trovano i servizi migliori ed è quello che vogliamo dare». Inoltre, «i soldi previsti per il project non solo li spendiamo già, si tratta di spenderli e avere l’infrastruttura e i vantaggi che ne derivano, come hanno fatto ad esempio Palermo, dove si è realizzato un parcheggio multipiano e Civitavecchia, che ha rifatto il molo crociere, sempre con la formula del project financing. E funzionano benissimo».
Sui servizi «parliamo di 44 tipologie, 38 delle quali ad oggi inesistenti sia a Catania che Augusta, con una prospettiva occupazionale a medio lungo termine - ha aggiunto Di Sarcina - I servizi esistenti sono la raccolta dei rifiuti differenziati, la pulizia degli specchi d’acqua, la manutenzione impianti, interventi programmati e manutenzione straordinaria oltre al controllo del perimetro».

Il dibattito

«Il porto non compete al Consiglio comunale, lo sappiamo - ha detto in aula Spoto - ma il sindaco ha lo strumento, attraverso rapporti pressanti con l’Autorità portuale, per chiedere la sospensione o la proroga del bando. Inoltre, deve esserci la tutela della clausola sociale, non c’è e ci sono 80 lavoratori che attendono di rientrare al lavoro».
«Mai nessuno - ha aggiunto Graziano Bonaccorsi, M5S - ha realmente voluto lo sviluppo del porto, non ha nemmeno un impianto fognario, è stato murato, sembra sia entità a sé stante».
«Al di là delle competenze - ha rilevato Pier Maria Capuana, capogruppo forzista - vorrei parlassimo di waterfront, non di waterwall».

Il sindaco e l'Autorità portuale

Nette le risposte del sindaco Enrico Trantino: «Garantisco di avere un rapporto serrato con l’Autorità portuale, anche proficuo, ma nell’ambito delle competenze dell’Amministrazione, che non sono quelle della gestione interna del porto. Piuttosto lo è l’apertura del porto alla città. Nell’arco di qualche decina di giorni sarà definito il Piano regolatore del porto che sarà presentato al Consiglio comunale. Sul fronte occupazionale comprendo l’allarme e ritengo non sia stato sottovalutato».
«Stiamo lavorando da tempo, assieme ai lavoratori - ha confermato Di Sarcina - daremo risposte, perché più traffico e più servizi sono consequenziali».
«Nessun dubbio - ha detto a mozione approvata Maurizio Caserta, Pd - sulla bravura di Di Sarcina, ma è stato sbagliato invitarlo qui perché la questione andava trattata sotto il profilo politico, non tecnico. Non ci è servita la sua lezione, occorre far emergere le vere questioni sulla centralità del porto in città».