Riccardo Tomasello: «Condannato per peculato, ma sono innocente»
La lettera dell'ex presidente del Comitato per la Festa di Sant'Agata nella Città di Catania
Nei giorni scorsi Riccardo Tomasello ex presidente del Comitato dei festeggiamenti agatini è stato condannato a due anni (pena sospesa) per un episodio di peculato: secondo l’accusa si sarebbe appropriato di 2.448 euro di fondi pubblici, «attribuendosi, senza alcuna autorizzazione degli altri membri del Comitato, rimborsi di denaro a titolo di spese personali non inerenti agli scopi del Comitato».
La lettera di Tomasello
L’imputato, che è già pronto a impugnare la decisione in appello con il proprio legale, ha diffuso una nota nella quale respinge le accuse: «Nell'ottobre del 2021 – scrive - comincia il mio calvario giudiziario con l'accusa di peculato nell'esercizio del mio ruolo di presidente del "Comitato per la Festa di Sant'Agata nella Città di Catania", ente organizzatore della festa religiosa più grande d'Italia. Non nascondo lo sgomento al ricevimento dell'avviso di garanzia che comunque conteneva delle incongruenze. Prima tra tutte venivo qualificato come pubblico ufficiale e da subito il reato di peculato mi è apparso abnorme al mio ruolo e soprattutto alla natura giuridica del Comitato. È un soggetto di diritto privato e in quanto tale non è soggetto ai reati ascrivibili alla pubblica amministrazione. Una convinzione suffragata anche da Felice Giuffré, illustre Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico dell'Università degli Studi di Catania, oggi eletto componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura. A Lui ho subito richiesto un parere tecnico che fuga ogni dubbio sulla natura giuridica del Comitato. "Da quanto sin qui esposto consegue in modo del tutto evidente che con riguardo al Comitato e ai suoi organi non può essere ipotizzata alcuna qualificazione soggettiva di ordine pubblicistico e, dunque, nemmeno quella necessaria ad integrare i presupposti di eventuali "reati propri" e, segnatamente, quello della Pubblica amministrazione”, scrive Giuffré. Un parere chiaro e qualificato che ribadisce l'impossibilità di attribuire il grave reato di peculato a chicchessia all’interno del Comitato per la festa di Sant’Agata, eppure il procedimento giudiziario a Catania è andato avanti e qualche giorno fa è arrivata la condanna a due anni (pena sospesa). Mi auguro, confidando nella Giustizia, che venga chiarito una volta per tutte che nessuna spesa del Comitato è stata mai fatta per scopi personali e che non solo il reato di peculato non è imputabile, non è proprio mai stato posto in essere dal sottoscritto».