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Omicidio Agata Scuto, condannato all'ergastolo l'ex compagno della madre

Rosario Palermo è accusato di aver ucciso la giovane disabile di Acireale e di aver poi fatto scomparire il corpo

Laura Distefano

16 Gennaio 2024, 13:32

Rosario Palermo, Agata Scuto

Rosario Palermo, Agata Scuto

Rosario Palermo è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Agata Scuto, la giovane disabile scomparsa da Acireale nel 2012. A leggere la sentenza e’ stato il presidente della Corte d’Assise Sebastiano Mignemi qualche minuto fa. Il collegio ha accolto pienamente la richiesta di pena del procuratore aggiunto Francesco Puleio che ha rappresentato l’accusa in sostituzione di Antonio Fanara, oggi a procura nazionale antimafia. Palermo, che ai tempi della scomparsa della 22enne aveva un relazione sentimentale con la madre della vittima, si è sempre professato innocente. Il difensore, l’avvocato Marco Tringali, attende le motivazioni ma sicuramente ricorrerà in appello. Presenti in aula anche l’avvocato dell’associazione Penelope Sicilia, Assunta Nicolosi, e gli avvocati di Penelope Italia Odv costituitasi parte civile.

Palermo finì sotto processo a seguito di un’indagine dei carabinieri scattata dopo una segnalazione alla trasmissione "Chi l’ha visto?" in cui si ipotizzava che il corpo della ragazza fosse in una cantina. Da quel momento gli investigatori avviarono accertamenti e sequestri anche di telefonini. Tra cui quelli di Palermo, che nel frattempo aveva una nuova compagna. Quindi sarebbe partito il tentativo - secondo gli inquirenti - di allontanare da sé i sospetti creando con l’aiuto di alcuni complici un falso alibi per il giorno della scomparsa. Il movente dell’omicidio sarebbe stato quello di nascondere la gravidanza di Agata. Tra i punti nodali del dibattimento le intercettazioni dei monologhi in auto che sono stati descritti dall’accusa come una vera e propria confessione.

L'uomo è stato condannato dalla Corte d’Assise al risarcimento dei danni in favore di madre e fratello della vittima. La somma dovrà essere stabilita in sede civile ma è stata già stabilita una provvisionale di 100.000 euro ciascuna. L’imputato inoltre dovrà provvedere al risarcimento anche in favore dell’associazione Penelope, che si è costituita parte civile nel processo. Infine la Corte d’Assise, che depositerà le motivazioni tra 90 giorni, ha ritenuto non punibile Rita Sciolto - assistita dall’avvocato Alessandro Vecchio - per il reato di favoreggiamento.