Assegno di inclusione ma non per tutti: a Catania molti restano fuori. Anche da mutuo e affitto
Secondo i dati dei patronati della Cgil, in città e provincia (escluso il Calatino) su 1.063 domande presentate, al momento ne sono state accolte 150
Assegno di inclusione
C’è una certa apprensione, in un contesto economico, sociale e del lavoro mai così fragile in città, con l’avvicinarsi della scadenza del 26 gennaio, da quando sono previsti i primi pagamenti dell’Assegno di inclusione, lo strumento che ha sostituto sul fronte dell’aiuto alle famiglie più povere il Reddito di cittadinanza, con un beneficio medio stimato dall’Inps in 635 euro, circa 100 euro in più rispetto alla media del passato. Già, ma bisognerà vedere per chi - al di là della contrapposizione politica che da sempre accende la questione, e al di là pure dell’uso distorto e a volte illegale che qualcuno e più di qualcuno ha fatto in passato sul Rdc “rottamato” dall’attuale governo - e bisognerà vedere quante famiglie catanesi “aggrappate” al vecchio Reddito e, ormai sull’uscio sempre aperto della Caritas, vedranno accolta la propria domanda, e capire anche come e quando funzionerà la promozione delle nuove politiche attive sul lavoro, con lo strumento del Supporto per la Formazione e il Lavoro, per cui possono fare istanza i soggetti esclusi dall’assegno.
L'assistenza dei patronati
Dubbi che vengono anche da un osservatorio parziale ma comunque significativo quale quello dei 27 patronati della Cgil impegnati a dare assistenza a utenti e famiglie a Catania e provincia (Calatino escluso), che chiedono chiarimenti e informazioni sullo stato d’avanzamento della domanda.
«Sulle 1.063 domande inoltrate a venerdì scorso attraverso i nostri patronati ce ne risultano accolte finora 150, di conseguenza ci pare difficile immaginare che siano accolte tutte. Molti ex percettori del Rdc non riescono ad accedere al nuovo sostegno - spiega il responsabile Servizi Cgil Catania Carmelo Gatto - che esclude tutti i soggetti da 18 a 59 anni in condizione di lavorare, dunque l’assegno non terrà più conto di tutti i componenti del nucleo familiare».
La contrapposizione
Giusto, diranno i favorevoli al nuovo “Adi”, ma qui si apre un’altra contrapposizione, ovvero se il lavoro c’è o non c’è, in quali settori e se c’è a quali condizioni, specie oltre una certa età, a digiuno di nuove tecnologie e dopo essere stati magari espulsi dal ciclo produttivo, mentre i giovani sono in “fuga”. Ma è anche la tenuta sociale della nuova misura a preoccupare la Cgil, quando si tratta di un tema delicato quale la casa. «Molti percettori del Rdc beneficiavano di un sostegno di 150 euro per il mutuo sull’abitazione principale, che l’Assegno d’inclusione non prevede, mentre per l’affitto c’è un contributo fino a un massimo di 280 euro fino ai 60 anni, che poi si riducono a un massimo di di 150 euro, cosa che ci pare un controsenso, considerato quanti anziani aiutano figli e nipoti e soggetti fragili in difficoltà». Insomma migliaia di aspiranti percettori sono già in trepidante attesa del messaggino dell’Inps che comunica che la carta dell’Adi è disponibile alle Poste, considerato che il “taglio” del Rdc segnò a Catania lo scorso luglio quota 8.974 sospensioni.