Sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Randazzo: amministrazione affidata a una commissione straordinaria
La decisione del Consiglio dei ministri in base ai risultati delle ispezioni avviate all'indomani dell'operazione Terra bruciata”
I risultati dell'accesso ispettivo nel Comune di Randazzo - disposto il 20 marzo scorso dal prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi - per «verificare l'eventuale sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso» ha portato oggi il Consiglio dei ministri a decretare - su proposta del Ministro dell'interno Matteo Piantedosi - lo scioglimento del Consiglio comunale del paese etneo e l'affidamento della gestione del Comune, per la durata di diciotto mesi, a una Commissione straordinaria.
Gli ispettori
L'invio degli ispettori fu deciso dal prefetto di Catrania all'indomani dell'operazione "Terra bruciata" che vide coinvolti il sindaco di Randazzo Francesco Giovanni Emanuele Sgroi e il presidente del consiglio comunale Carmelo Tindaro Scalisi e che consentì di individuare i componenti del gruppo mafioso operante nel territorio di Randazzo ed inquadrato nel clan Laudani. Le indagini hanno fatto emergere in occasione delle elezioni amministrative del Comune di Randazzo del 2018 anche le interferenze del gruppo criminale sull'amministrazione comunale.
A Sgroi e Scalisi fu notificata una informazione di garanzia. Ma successivamente le accuse di voto di scambio per entrambi sono state archiviate.
Nonostante ciò, evidentemente il lavoro della commissione prefettizia ha portato alla conclusione che c'erano comunque state infiltrazioni mafiose. Nel comunicato del governo è infatti scritto che «in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento e l'imparzialità dell’amministrazione locale, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica» viene deliberato «lo scioglimento del Consiglio comunale di Randazzo (Catania) e l’affidamento della gestione del Comune, per diciotto mesi, a una Commissione straordinaria, ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali».