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Dopo a “Fera o luni”, la Pescheria: è “operazione decoro” a Catania…

Di Cesare La Marca |

CATANIA – Sta per scattare l’ora dell’«operazione Pescheria», ovvero l’impresa, mai stata semplice, di organizzare una raccolta differenziata efficace nel mercato storico del pesce, super fotografato e ricercato dai turisti, che però con le immagini riportano spesso a casa anche il ricordo di odori un po’ troppo “forti”. Il problema insomma qui è molto “sentito”, perché il tanfo latente e persistente dei resti di pesce spada, tonno, gamberoni e acqua mista a sangue, spesso rovina lo spettacolo di tradizione popolare e barocco offerto da piazza Alonzo di Benedetto e piazza Pardo, e perché la differenziata di questo tipo di scarti è una faccenda ancora più seria dei residui di frutta e verdura, in quanto si tratta di umido “speciale”, con un apposito codice, che non va mischiato con l’altro organico, per non guastare tutto.

Dopo il recente avvio del nuovo sistema di differenziata a piazza Carlo Alberto, dall’inizio della prossima settimana sarà dunque la volta della Pescheria, dove qualche difficoltà in più potrebbe venire proprio dall’avere a che fare con i resti del pesce, ma dove d’altra parte ci sono margini di potenziale rilancio, nonostante la crisi, mettendo ordine nella raccolta dei rifiuti, cosa che molti operatori hanno compreso.

Ieri mattina in Pescheria si è svolto un sopralluogo, in cui gli addetti della Dusty hanno valutato sul posto come riorganizzare il servizio, quanti bidoni carrellati distribuire e quanti sacchetti biodegradabili, considerato appunto che i resti del pesce non potranno essere mischiati con quelli di frutta e verdura.

«Gli operatori della Dusty raccoglieranno più volte i sacchetti nel corso della mattinata – spiega l’assessore Cantarella – noi organizzeremo tutto, abbiamo interesse a ridare decoro al mercato del pesce e alla qualità della differenziata, dunque al fatto che i resti del pesce non vengano mischiati con l’umido, ma consegnati a una ditta specializzata. A oggi l’umido recuperato in Pescheria ammonta a 2mila kg al giorno, dovremo incrementare questo dato e migliorare la qualità della raccolta».

La missione è dunque quella di riportare i mercati storici in un sistema di regole, perché è qui che viene prodotta giornalmente una enorme quantità di rifiuti organici, che in larga parte hanno abbassato per anni la già minima quota di differenziata, in quanto talmente “sporchi” da dover essere destinati alla discarica, con relativi maggiori costi e impatto ambientale.

Da qualche settimana si registra una inversione di tendenza al mercato di piazza Carlo Alberto, col sistema di differenziata “dedicata” (distribuzione dei bidoni, consegna quotidiana di sacchetti biodegradabili, e operatori ecologici sul posto per la raccolta) che in base ai dati della direzione Ecologia ha portato il recupero dell’umido da mille a seimila chili. Una tendenza che bisognerà nel tempo mantenere e consolidare, e questa sarà forse una sfida ancora più impegnativa, perché attorno alla “fera ’o luni” ruotano oltre 400 abusivi con la loro quota di rifiuti, e perché certo non tutti i settecento “regolari” hanno messo la testa a posto, anche se la situazione sembra migliorata rispetto al degrado di qualche settimana fa.

Nella serata di ieri, intanto, Catania Bene Comune, parlando di “disastro differenziata” ha comunicato che dopo un accesso agli atti «sono stati finalmente resi noti dal Comune i dati della raccolta dei rifiuti nei mesi di settembre, ottobre e nei primi dieci giorni del mese di novembre. Nei primi mesi del 2018 la raccolta differenziata superava il 9%, da aprile ad agosto è scesa intorno al 7%. Disastrosi – rileva Cbc – i mesi di settembre e ottobre. Piccolissimo incremento nei primi 10 giorni di novembre col raggiungimento del 7,6%».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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