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Stancanelli lascia FdI e dice sì a Salvini: «Ecco perchè mi candido con la Lega»

L'europarlamentare: «Sarò il garante di un patto con i siciliani»

Mario Barresi

02 Aprile 2024, 11:35

Raffaele Stancanelli, europarlamentare

Raffaele Stancanelli, europarlamentare

Onorevole Stancanelli, ma com’è finita con Salvini? Lui aveva espresso il «piacere» di incontrarla. Ma non se n’è più saputo nulla. Cos’è successo, vi siete visti?
«Sono stato colpito particolarmente dalle espressioni di stima e di apprezzamento nei miei confronti, nell’intervista rilasciata a “La Sicilia”, per cui ho accettato volentieri il suo invito a incontrarlo».

Lei, considerato uno dei pilastri della destra post missina siciliana, faccia a faccia con il leader della Lega. La notizia era nell’aria. Ma sentirgliela confermare fa un certo effetto…
«Per essere sincero, nel colloquio gli ho detto subito che fino ad alcuni anni fa non l’avrei nemmeno incontrato perché la Lega Nord rappresentava, già nel nome che all’inizio contemplava anche la dicitura “per l’autonomia della Padania” , un’antitesi al Meridione. E uno come me, dalla cultura di destra nazionale, non avrebbe potuto avere alcun confronto con quella Lega che non c’è più: ho detto a Salvini che potrebbe pure riscontrare alcune mie vecchie dichiarazioni in tal senso».

Ne è passata, da allora a oggi, di acqua sotto i ponti…
«Oggi tutto è cambiato. Intanto perché la Lega, oggi, grazie al suo leader, è diventata un partito nazionale. E poi, come siciliano e come catanese, non posso non essere grato a Salvini per alcune sue azioni concrete. Forse non tutti ricordano che è stato proprio l’allora ministro dell’Interno Salvini a volere, tramite il suo sottosegretario Candiani, il contributo a fondo perduto di 530 milioni che ha salvato il Comune di Catania dal crac di bilancio facendo rinascere la nostra città. E poi, da ministro delle Infrastrutture, sta dimostrando concretezza e pervicacia nel progetto del Ponte, una svolta non soltanto per la Sicilia ma per l’intera economia italiana».

D’accordo, s’è spiegato benissimo. Ma ancora non ci ha rivelato cosa vi siete detti lei e Salvini nell’incontro…
«Gli ho riferito che, dopo il suo pubblico invito, ho interpellato i miei amici e sostenitori, che in larga parte mi hanno incoraggiato. Ma, con la dovuta sincerità, gli ho sottoposto tre questioni evidenziate dal confronto».

Quali questioni gli ha sottoposto?
«La prima per me è fondamentale: la coerenza con il mio percorso e le mie radici nella destra politica nazionale e siciliana che mi ha sempre contraddistinto. E su questo Salvini è stato chiarissimo: mi ha espressamente detto che è giusto che la mia appartenenza venga rispettata e garantita. E anzi mi ha chiesto di essere l’espressione attrattiva di quanti, nel mio mondo, volessero avvicinarsi al progetto».

E qual è il secondo problema?
«Il secondo aspetto è legato alla forte domanda di infrastrutture che arriva dai siciliani, consapevoli di una rete di trasporti da incubo. Una sollecitazione su cui, come evidenziato anche nell’intervista al vostro giornale, il ministro mi ha rassicurato: nella sua agenda non c’è solo l’opera sullo Stretto, ma forti investimenti su infrastrutture ferroviarie e stradali, con 39 miliardi da Fs e altri 17 da Anas. Opere che, grazie alla preziosa sinergia con Schifani e il suo governo regionale, cambieranno il futuro della nostra terra».

Tiriamo a indovinare: la terza criticità è l’autonomia differenziata?
«Esattamente. È un tema che in Sicilia e al Sud crea molte diffidenze. Ma, sia con Salvini sia con il ministro Calderoli, con cui ho avuto modo ampiamente di affrontare il problema, si è convenuto che non ci può essere autonomia differenziata, se prima non si risolvono i problemi legati ai Lep. Il che vuol dire che su quattro materie, come salute, assistenza sociale, istruzione e formazione, mobilità e trasporti devono essere prima fissati i livelli essenziali di prestazione nei minimi dettagli per tutto il territorio nazionale, cioè per tutti gli italiani, e si devono altresì stabilire i controlli affinché tali prestazioni siano effettivamente erogate. Solo così l’autonomia differenziata può diventare un valore aggiunto e non uno strumento per disgregare l’unità nazionale che ci sta molto a cuore».

E, ricevute queste rassicurazioni, cos’ha deciso di fare? Si candida?
«Ho dato fiducia a chi sta dimostrando di meritarsela: è un’opportunità per il Sud. E dunque ho accettato la candidatura alle Europee, con l’impegno preciso che, se dovessi essere fra gli eletti, con la credibilità conquistata in tanti anni, sarò il garante di un patto con i siciliani: su questi temi concreti l’impegno sarà portato a compimento».

Però ci aveva detto che non si sarebbe più ricandidato per Bruxelles.
«No, veramente avevo detto che avrei avuto il piacere e l’entusiasmo di continuare il mio lavoro al Parlamento europeo, ma che, come ripetuto più volte anche in pubblico, nel mio partito non c’erano più le condizioni. Se ero diventato un peso, alla fine li ho tolti io stesso dall’imbarazzo».

Lei si tiene sempre distante dai veleni. Ma Fratelli d’Italia non l’ha trattata bene: dopo aver espresso posizioni divergenti da alcuni vertici del partito, è stato la condannato a una silenziosa “dannazione”. Ha mai provato a spiegarsi o a chiedere spiegazioni?
«Se permette, anche stavolta vorrei evitare i veleni. Ho sempre consumato correttamente tutti i passaggi, politici e umani, nel partito. E non ho nulla da aggiungere rispetto a quello che ho già scritto, in via ufficiale ma riservata, a chi di competenza».

È chiaro che così si tira fuori da FdI.
«La mia candidatura nella lista della Lega è incompatibile con la permanenza nel partito. E di questo, come le dicevo, ho già formalmente dato comunicazione agli organi dirigenti di Fratelli d’Italia».

Come pensa di essere accolto dalla comunità politica della Lega siciliana?
«Devo già ringraziare i tanti che, dopo l’invito di Salvini, nella classe dirigente siciliana della Lega hanno avuto parole di stima e di apprezzamento nei miei confronti, a partire dal vicepresidente della Regione, Sammartino».
m.barresi@lasicilia.it