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Evangelizzazione 4.0 per la diocesi di Acireale: l'accesso ai canali social attraverso il QR-CODE

Nuova strategia comunicativa presentata dall'ufficio comunicazioni sociali della diocesi

Redazione La Sicilia

02 Aprile 2024, 13:27

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Diocesi di Acireale

"La diocesi di Acireale è Social!": è lo slogan lanciato per promuovere l’accesso degli utenti attraverso il Qr-Code che permette di accedere rapidamente a informazioni senza la necessità di digitare manualmente informazioni o url.

L’iniziativa è stata presentata dall’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Acireale, guidato dal don Arturo Grasso e coadiuvato da Chiara Costanzo, competente in comunicazione web e social media, alla presenza del vescovo Antonino Raspanti. "Il ruolo dei social media nella Chiesa ha un impatto significativo su diversi aspetti - spiega don Arturo Grasso - la riflessione sull'impatto dei social media sulle relazioni tra la Chiesa e la società è significativa e complessa allo stesso tempo. È importante riconoscere che, nonostante il digitale e i social media sono di notevole interesse nell’ambito ecclesiastico e nella società in generale, lo splendore delle relazioni umane autentiche e significative non possono essere sostituite dal virtuale».

I social media nella relazione tra la Chiesa e la Società sono più rilevanti negli ultimi anni e per questo motivo la diocesi acese ha deciso di «abitare» in maniera considerevole "gli spazi digitali» perché offrono l’opportunità di testimoniare la propria fede in modo innovativo e creativo: l'Eevangelizzazione 4.0. Tuttavia l’uso dei social media da parte della Chiesa non è senza sfide. La visibilità e l'esposizione ai diversi punti di vista sui social media può anche portare a conflitti e divergenze.

«L'uso dei social media da parte della Chiesa - dichiara Chiara Costanzo - comporta una responsabilità particolare nel comunicare in modo accurato e rispettoso, evitando la diffusione di disinformazione o contenuti dannosi. Ci sono anche rischi di abusi o comportamenti inappropriati sui social media che possono danneggiare la reputazione della Chiesa e minare la fiducia dei fedeli».