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Catania, la crisi della Cmc impatta sulla metro: ditta subappaltatrice avvia il licenziamento di 25 operai

Di Giuseppe Anastasio |

CATANIA – La crisi della Cmc di Ravenna, l’azienda di costruzioni impegnata anche nei lavori della Fce, sulle tratte “Nesima-Monte Po” e “Palestro Stesicoro”, impatta a Catania: un’impresa subappaltatrice, per mancanza di liquidità, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 25 dipendenti impegnati nei cantieri. Precedentemente, stessa sorte era toccata a una ventina di operai di un’altra subappaltatrice che, esauriti i fondi, ha licenziato i propri lavoratori: pare essere questo l’effetto boomerang della richiesta di ammissione della Cmc alla procedura di concordato preventivo con riserva, depositato dall’azienda lo scorso 4 dicembre al tribunale di Ravenna.

«Prendiamo atto dell’impedimento oggettivo delle imprese di farsi carico degli oneri vivi dei propri dipendenti – afferma il segretario organizzativo provinciale della Filca Cisl, Domenico Murabito – ma c’è tanta preoccupazione: oggi (ieri per chi legge) abbiamo incontrato i vertici nazionali della Cmc, che non hanno portato risposte certe sul futuro e i tempi di proseguimento dei cantieri in appalto con la Fce».

«Si auspica un cambio di rotta dell’azienda – aggiunge il segretario generale, Nunzio Turrisi – chiamata a dare risposte certe. È nostra prerogativa far sì che i lavori avanzino e che non si intacchi ulteriormente il futuro dei lavoratori». Era previsto per ieri, infatti, un incontro in LegaCoop, a Roma, tra i rappresentanti territoriali e nazionali dei sindacati e i vertici della Cmc per illustrare il piano aziendale di prosieguo dei lavori e di tutela dei lavoratori. Ma l’incontro è stato interlocutorio.

I sindacati non demordono e vogliono portare avanti la vertenza, dialogando con la stazione appaltante e le istituzioni regionali e nazionali per valutare soluzioni risolutive a tutela dei lavoratori e delle opere.

«Il quadro non è chiaro – dice il segretario generale Feneal Uil, Nino Potenza – e, pertanto, non siamo nelle condizioni di esprimerci. L’azienda non è stata sufficientemente esaustiva e il crocevia adesso è l’omologazione del piano di rientro. Per quanto concerne i licenziamenti, le imprese hanno inteso percorrere la strada più semplice. Si spera che non accada alcunché di irreparabile. Di fatto, non siamo sereni. Ciò che rincuora, comunque, è sapere che i dirigenti della Cmc sono all’opera per trovare soluzioni secondo lo spirito del concordato in continuità».

Il segretario generale della Fillea Cgil, Giovanni Pistorio: «Sono teso, ma non pessimista, è una crisi di liquidità che sta investendo tutti i grossi gruppi industriali italiani. Nei grandi appalti i margini di incertezza nella definizione del contenzioso sono maggiori e, pertanto, i tempi di risoluzione si allungano. Nel caso di Cmc, ma anche di altre aziende, sono stati rimessi in discussione alcuni rapporti tra politica e committenti. È una crisi di colossi e le variabili che entrano in gioco sono elevate. Tuttavia, la mia fiducia deriva dal fatto che confido nell’operato del ministero dello Sviluppo economico qualora si aprisse un tavolo di crisi per velocizzare le procedure di risoluzione della questione. Che dire dei licenziamenti…. La preoccupazione è diventata certezza: i subappaltatori locali, così come i fornitori, hanno già subito la crisi di diversi gruppi industriali che hanno operato a Catania e sanno bene che, in casi come questi, i contraccolpi sull’occupazione sono inevitabili. È vero che le difficoltà sono in capo ai grossi gruppi industriali, ma la crisi pesa sul territorio e continuerà a pesare sulle future generazioni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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