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Dissesto Catania, la Tari si pagherà con la bolletta della luce

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Adesso è ufficiale. Nella manovra finanziaria in esame al Parlamento (e più specificatamente nel maxi emendamento in Senato, che dovrebbe essere esaminato oggi) è stata inserita una norma correttiva (preparata dal sottosegretario Stefano Candiani) per permettere ai Comuni in dissesto di inserire nella bolletta elettrica l’ammontare della Tari, la tassa rifiuti che solo a Catania ha la percentuale enorme di evasione che sfiora il 50%.

Siamo venuti in possesso dell’emendamento, inserito dopo il comma 521, che porta la firma dei senatori Romeo, Rivolta, Ferrero, Zuliani e Solinas. Nel provvedimento c’è scritto che «per i Comuni che si trovano in stato di dissesto finanziario ai sensi dell’articolo 244 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, il pagamento della tassa rifiuti (Tari), di cui all’articolo 1 della legge n. 147 del 2013, da parte dei titolari di utenza di fornitura di energia elettrica, può avvenire, a seguito di apposita deliberazione del Comune, ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, mediante addebito delle fatture emesse dall’impresa elettrica.

I Comuni devono comunicare all’impresa elettrica entro il 28 febbraio di ogni anno gli importi relativi a ciascun contribuente. Il pagamento avverrà in sei rate». Sta, per diventare realtà quanto avviene con le stesse modalità per il pagamento del canone Rai. Allo stesso modo con l’approvazione del maxi emendamento il Comune sarà chiamato a una apposita delibera da votare in Consiglio e da quel momento gli evasori di Catania – Comune in dissesto ufficiale come certificato dal consiglio il 12 dicembre scorso – pagheranno la Tari come i cittadini che fino adesso l’hanno sempre pagata.

Ovviamente chi ha pagato regolarmente non dovrà preoccuparsi di nulla – sempre che il Comune mantenga la tariffa attuale -. Al contrario chi sino a questo momento ha contribuito ad affossare le casse comunali sarà costretto a pagare se non vuole rimanere al buio.

Il sindaco Pogliese nelle scorse settimane ha detto che un provvedimento simile permetterà al Comune di incassare una quarantina di milioni in più l’anno che saranno destinati al pagamento di servizi e spese indifferibili. Pogliese ha però aggiunto che nelle procedure, a partire dall’anno prossimo, che saranno adottate per elaborare un Bilancio in riequilibrio ci sarà massima attenzione per le fasce deboli. Anche per la Tari bisognerà infatti capire a quanto ammonta la percentuale di famiglie povere che non sono in grado di pagare la tassa rifiuti.

Sul fronte dei fondi che sono arrivati nelle casse comunali, oltre ai 31,6 milioni statali sono attesi a giorni gli otto milioni regionali a fondo perduto, deliberati dal governo Musumeci per venire incontro alle grave carenza di liquidità di Catania. Questi soldi, molto probabilmente saranno utilizzati per pagare le tredicesime. Un po’ più farraginoso, invece, l’iter per ottenere le anticipazioni 2019. Per avere i soldi bisognerà procedere a un voto in Consiglio comunale per una «presa d’atto e una richiesta di anticipazioni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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