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Catania, grido d’allarme di esperto: «Se arriva il cosiddetto Big One…»

Di Redazione |

CATANIA – «Catania è tra le città che possono registrare un altissimo numero di persone potenzialmente coinvolte nel caso di evento sismico di elevata intensità». Lo afferma Francesco Castelli, unico ordinario di Geotecnica in Sicilia, professore alla Kore di Enna e catanese di origine. L’ingegneria geotecnica è una branca dell’ingegneria civile che si dedica allo studio e alla progettazione delle opere che interagiscono con i terreni. T

Secondo Castelli, «anche se le cause degli eventi di questi giorni sono naturali, la vetustà del patrimonio edilizio esistente genererebbe effetti disastrosi nell’ipotesi del cosiddetto Big One». Il problema «non sta quindi soltanto nella significativa sismicità del territorio della Sicilia orientale, legata proprio al vulcanismo attivo dell’Etna e delle Isole Eolie ed alla presenza di faglie attive», ma «nella vulnerabilità delle strutture e delle infrastrutture». Fenomeni come quelli che continuano a susseguirsi in questi giorni, benché di intensità più modesta di quella massima attesa e statisticamente probabile, evidenziano che «il problema dell’adeguamento delle opere esistenti, prima della costruzione di nuove strutture, è una priorità per il Paese».

Castelli, che opera ad Enna in quelli che sono considerati tra i più avanzati laboratori di Ingegneria sismica d’Europa, si dichiara pronto a collaborare con le istituzioni, come è stato già fatto in passato, insieme con il suo gruppo di ricercatori: «L’interazione tra le diverse istituzioni accademiche e amministrative – spiega il docente della Kore – è indispensabile per promuovere l’adozione di adeguate politiche di prevenzione e per migliorare i processi di gestione degli eventi, in un settore di notevole impatto sulla collettività quale quello della sicurezza a fronte di calamità naturali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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