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Sant’Agata: 7 regolamenti per governare la festa della Patrona di Catania

Di Rossella Jannello |

CATANIA – Sette regolamenti  in tre anni e mezzo per la Festa di Sant’Agata. Come mai era successo nella tradizione millenaria della festa. «Per un cambiamento che la città attendeva – dice il presidente del Comitato per i festeggiamenti, Francesco Marano – nel solco della bellezza e della tradizione». «Contro gli interessi e le derive cattive della fede e della devozione», chiosa mons. Barbaro Scionti, parroco della Cattedrale e voce dell’arcivescovo, mons. Gristina.

Per presentare il corpus dei regolamenti, e in particolare i tre appena varati e di immediata applicazione, questa mattina nel Museo Diocesano c’erano tutti i componenti del Comitato a esclusione del tesoriere. Per spiegare, come ha detto all’inizio il presidente Marano, un lavoro  «meticoloso e complesso».

Oltre ai regolamenti già “in corso”, compreso quello di un mese fa sulle Associazioni agatine, che impone trasparenza e legalità contro ogni inquinamento passato o presente, le nuove norme riguardano le processioni, la peregrinatio delle reliquie, che avrà inizio lunedì e l’apertura del sacello, ’A cammaredda, prevista proprio per dopodomani dalle 7,30 alle 17.

È il primo dei tre regolamenti a essere più “rivoluzionario” perché lambisce, pur senza affrontarle direttamente due questioni legate alla festa e non ancora risolte: lo snaturamento della offerta della cera alla Patrona e la “velocità” della festa.

Come ha spiegato l’avv. Giuseppe Barletta, vicepresidente dell’organismo, nella presentazione del regolamento delle processioni, l’obiettivo è stato quello di «recepire prassi, tradizioni e comportamenti corretti e di prevenire l’illegalità».

Per le processioni del 4 e del 5 (giro esterno e giro interno) apparentemente sono poche le novità. Ma le soste del fercolo, prima imprevedibili, ora dovranno essere comunicate dal capo fercolo, che riceverà le richieste, al Comitato e alle autorità, entro  sette giorni prima di ogni processione.  L’obiettivo è evidentemente quello di evitare  rallentamenti – sospetti o meno – come avvenuto in passato e improvvise lunghe soste.

Viene inoltre ribadita la necessità, già sancita anche in altri regolamenti, di un comportamento corretto di chi partecipa, fuori e dentro il cordone, alla lunga processione.

E’ la processione del 3 mattina a subire un vero processo di rifondazione. Non più il giorno della Carrozza del Senato, dell’applausometro e delle “infiltrazioni” folkloristiche, ma deve tornare ad essere una processione devozionale e penitenziale per l’offerta della cera alla Patrona, come è stato storicamente. Per questo a sovrintenderla sarà da quest’anno una nuova figura. Il nome c’è già, ma non è stato ancora formalmente approvato da tutti i referenti della festa e, dunque, non svelato.

Di più, il regolamento ribadisce come la giornata del 3 febbraio sarà, inoltre, l’unica ufficialmente dedicata all’offerta della cera, che deve essere bianca, la sola ammessa in Cattedrale per i fumi, e non gialla come quella di cui sono fatti i pesanti ceroni che vengono portati a spalla soprattutto durante la sera del cinque, un flagello per le strade del percorso agatino e per l’incolumità della gente. L’amministrazione comunale reitererà quasi certamente il divieto di accensione dei ceroni durante la processione, proposto già da anni, ma regolarmente disatteso.

La giornata di ieri è stata infine anche l’occasione per fare un punto sui regolamenti già esitati negli anni scorsi, come quello sulle candelore. Alla processione partecipano 13 cerei, che, seguendo un corpus di regole partecipano alla festa e fanno bella mostra di sé in piazza Duomo nei momenti di sosta.

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