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Catania, ecco chi è il narcos calabrese arrestato nel blitz Devozione

I carichi di cocaina arrivavano in Sicilia nascosti in alcuni vani creati ad hoc nelle auto. Ma dopo l'arresto di un corriere tutto cambia

Laura Distefano

19 Giugno 2024, 16:59

Blitz Devozione catania soldi

Sotto la cover dell'Iphone Bruno Cidoni, il calabrese trapiantato a Catania finito in manette per traffico di droga, teneva l'immagine della Madonna del santuario di Polsi. I poliziotti della mobile di Catania lo scoprono facendo un sequestro a fine dicembre 2020. Da qui nasce il nome del blitz scattato stanotte e che ha portato a 13 arresti tra Catania e Reggio Calabria. Cidoni non è uno qualsiasi. Nel suo passato ha fatto affari con pezzi grossi delle 'ndrine di San Luca. Addirittura nel 2004 fu socio di un impresa edile con Ciccio Pelle Pakistan.

Ma come si è arrivati a ricostruire gli affari di Cidoni, che aveva come suo collaboratore strettissimo Antonio Pezzano? I poliziotti hanno monitorato la casa di Carmelo Scilio “aricchiazzi” - che all'epoca era ai domiciliari – e le telecamere hanno beccato il volto di Cidoni. Da qui si è aperto un nuovo filone investigativo che ha documentato almeno 20 trasporti di cocaina.

C'è un momento che fa da spartiacque. E cioè l'arresto di Francesco Sedici, corriere della droga, il 4 novembre 2021. Fino a quel giorno la cocaina arrivava in orario notturno e serale a bordo di auto dotati di vani per occultare la sostanza stupefacente. E la droga veniva lavorata direttamente a casa di Cidoti, in via Beata Giovanna Jugan nel quartiere San Giovanni Galermo. A seguito della cattura di Sedici, i carichi sono arrivati a Catania a bordo di autoarticolati. Anche se questa modalità ha fatto lievitare il prezzo dei panetti. E la base operativa veniva trasferita in via Tellaro a San Giorgio a casa di Pietro Sedici, figlio del corriere che era finito in gattabuia.