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Gli spaghetti “killer” e l'eredità: al via il processo alla donna accusata dell'omicidio della prozia e in aula è già battaglia

Ad uccidere Maria Basso, a parere dell'accusa, sarebbe stata una polmonite ab ingestis, provocata da un piatto di spaghetti e da un dolce, offerto dall’imputata Paola Pepe

Laura Distefano

09 Luglio 2024, 10:45

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Si comincia. Ed è stata già battaglia in aula tra parti civili e difesa. Ieri si è svolta la prima udienza del processo sulla morte dell’ottantenne Maria Basso che vede imputata Paola Pepe per omicidio e circonvenzione d’incapace.

Una storia giudiziaria che non ha nulla da invidiare a un thriller firmato dalla maestra del giallo Agatha Christie. Maria Basso, affetta da una patologia che non le permetteva di ingerire cibo solido ma solo tritato, è deceduta nel 2022 pochi giorni dopo l’arrivo in Sicilia. Paola Pepe, figlia di una cugina della donna, si fece viva il giorno dell’ottantesimo compleanno di Maria ad Asiago. L’anziana viveva in una struttura sanitaria in Veneto. Qualche tempo dopo Pepe porta via la parente in macchina fino a un’altra casa di cura di Aci Castello. Da lì parte una denuncia da parte di un cugino e i carabinieri avviano le indagini. Nel frattempo il testamento è modificato e Pepe diventa l’erede unica di un tesoretto che sarebbe dovuto andare ad alcuni enti di beneficenza.

Ad uccidere Maria Basso, a parere dell'accusa, sarebbe stata una polmonite ab ingestis, provocata da un piatto di spaghetti e da un dolce, offerto dall’imputata. Una tesi smentita da una perizia dei consulenti nominati dai difensori, gli avvocati Carmelo Peluso e Dario Riccioli.

Ieri intanto la pm Michela Maresca ha presentato i mezzi di prova, così come la difesa. Ammessi come parti civili cinque cugini della vittima: Mario Basso, assistito dall’avvocato Stefano Rigoni Stern, Ivano Basso, Roberto Basso e Tullio Rigoni, assistiti dall’avvocato Umberto Terranova. La presidente Maria Pia Urso ha chiesto, per rispondere alle sollecitazioni della difesa, di produrre i documenti anagrafici che attestino il grado di parentela.