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Catania, in una nota clinica privata esami medici a “vista” per far cassa

Di Redazione |

CATANIA – Gli amministratori, il direttore sanitario e tre medici della clinica “Di Stefano Velona” di Catania sono stati sospesi dall’esercizio del pubblico servizio di medico per 12 mesi nell’ambito di una inchiesta della Procura di Catania dopo la denuncia di un paziente al quale era stato diagnosticato un lipoma, che in realtà si è rivelato poi essere un tumore. Dalle indagini dei carabinieri del Nas è emerso che per alcune prestazioni mediche per le quali veniva previsto un rimborso da parte dal sistema sanitario nazionale non venivano effettuati esami strumentali e diagnostici per incamerare l’intero rimborso pubblico, riducendo al minimo le spese. I reati ipotizzati dal Gip sono associazione a delinquere, commissione di truffe ai danni dello Stato, abusi d’ufficio e falsi in atto pubblico. Nei confronti della clinica è stata disposta la sospensione per la durata di un anno dell’autorizzazione regionale all’attività ambulatoriale e dell’accreditamento istituzionale al Servizio sanitario nazionale.

«Un episodio di gravissima malasanità non dovuta a colpa, ma a dolo, agli intenti di lucrare profitti indebiti» ha detto parlando con i giornalisti in conferenza stampa, il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro commentando gli esiti dell’indagine sulla clinica “Di Stefano Velona”.

«La scelta della misura – ha aggiunto Zuccaro – non dipende dalla gravità del fatto. Dipende dalla gravità delle esigenze cautelari e dal modo migliore per far venir meno i rischi di reiterazione. Se è vero che dinanzi ad un esempio di malasanità come quello perpetrato ai danni i questa persona all’opinione pubblica e soprattutto ai non addetti ai lavori può sembrare banale la misura che la Procura ha richiesto ottenuto – ha sottolineato Zuccaro – questo dipende dal fatto che non si ha percezione esatta di come la legge non ci chieda di parametrare una misura cautelare, che non è mai anticipazione di giustizia ma soltanto esigenza di evitare la reiterazione, alla gravità dei fatti, ma bensì alla gravità delle esigenze cautelari».

Intanto il direttore sanitario della clinica si è dimesso. «Il dottor Sebastiano Villarà, indagato, nella sua veste di direttore sanitario, nell’ambito della vicenda relativa alle attività sanitarie della Casa di cura Distefano-Velona, offrirà alla Procura e al Gip tutti gli elementi utili a dimostrare la correttezza del suo operato». Lo affermano i legali del medico, gli avvocati Antonio Fiumefreddo e Sergio Ziccone. «Le dimissioni – aggiungono ancora i due penalisti -, allo scopo di favorire i necessari ulteriori approfondimenti , che chiederemo, al fine di potersi giungere presto a provare la completa estraneità del dottore Villarà a qualsivoglia condotta penalmente rilevante».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA