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Museo egizio a Catania: il cantiere è ”fantasma”, ma entro il 2019…

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – Lavori in corso, anzi no. Luglio 2018 è la data di fine lavori riportata sul cartello di cantiere dove avrebbe dovuto insediarsi il Museo Egizio, nell’ex convento dei Crociferi, che però sembrerebbe proprio l’ennesimo cantiere fantasma in città. Viene da chiedersi se il protocollo siglato a novembre 2017 dalla precedente giunta comunale con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino e la Soprintendenza di Torino sia stato rispettato e sia ancora valido. Di sicuro non lo sono stati i tempi previsti per l’apertura e l’allestimento “entro il 2018” della mostra temporanea della durata di 9 mesi dal titolo “Missione Egitto: 1903-1920”, cui avrebbe dovuto seguire l’esposizione a lungo termine denominata “Egizio a Catania”.

Al Mibac ne sanno poco di più: “È il Comune che dovrebbe essere interessato a rispondere alle domande e far sì che il progetto venga realizzato. Nel protocollo firmato tra i presupposti vi era, tra l’altro, il trasferimento temporaneo di opere dalla Fondazione a fronte del restauro da parte del Comune di alcuni pezzi». E dalla Fondazione registriamo la laconica risposta “saremo felici di dare un riscontro appena possibile”. Dunque?

L’assessore comunale Barbara Mirabella risponde: «I lavori di restauro stanno finendo, entro fine anno si dovrà affidare la gara per l’allestimento per iniziare a lavorarci entro il 2020. Ma siamo avanti, contiamo di aprirlo prima della fine del 2019. Due settimane fa ho incontrato il direttore Greco per approfondire in merito alla natura delle collezioni». Dichiarazioni in aperto contrasto rispetto a quanto afferma il suo predecessore della Giunta Bianco, Orazio Licandro: «Il restauro era già terminato, avevamo approvato in Giunta il bilancio gestionale triennale e chiuso la prima gara per l’allestimento. Bisognava solo procedere all’adeguamento dell’impiantistica, ma tutto era pronto a partire. È un progetto inspiegabilmente “messo a mollo” da questa amministrazione, un’occasione che si è voluto perdere. I soldi erano li».

Si parla dei fondi pari a 2,6 milioni di euro già finanziati all’interno del “Patto per Catania” destinati al progetto, soldi che nel 2018 si era iniziato a spendere per il restauro degli ambienti e l’adeguamento climatico dei circa 530 mq utili all’esposizione dei circa 300 reperti provenienti dai depositi della Fondazione Museo delle Antichità egizie di Torino e rientranti nelle collezioni dell’epoca Tolemaica. La scelta dei reperti non era stata casuale: quella più vicina alla storia greca dell’isola, una sorta di allestimento che non intende(va) essere una replica in piccolo del secondo museo più importante al mondo dopo quello del Cairo.

La domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto i fondi del Patto per Catania?

Intanto aver allungato i tempi ha di fatto tagliato fuori Catania dal progetto europeo presentato a fine 2018 per il rilancio del Museo Egizio del Cairo in vista della sua candidatura a patrimonio dell’umanità Unesco: un piano triennale che coinvolge i maggiori musei europei con reperti egizi, dal Louvre al British Museum, in una sorta di collaborazione unica al mondo. L’ennesima occasione persa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA