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Anno accademico numero 590: l'università di Catania celebra al teatro greco-romano

Una “incursione performativa” tra storia e futuro

Redazione La Sicilia

29 Settembre 2024, 19:40

Teatro greco-romano di Catania

La notizia della concessione regale arrivò in città nel febbraio del 1434. Il 19 ottobre, il decreto era già siglato: lo “Studium generale” in città. Dieci anni dopo, Papa Eugenio IV, superati vecchi e immancabili contrasti politici e militari con il cattolicissimo regno iberico, acconsentì alla decisione del sovrano e il 18 aprile 1434 emise la bolla con cui accordava alla città etnea lo “Studium generale” sul modello dell’università di Bologna, oggi detta “Alma Mater”. Pagine di storia che saranno richiamate nella suggestiva “incursione performativa” che accompagnerà la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico di UniCt che si terrà - domani a partire dalle 20 - nel teatro antico greco-romano.

Il riferimento alla storia dell’Ateneo, che celebra il 590esimo anno di vita, non è affatto casuale. Quasi sei secoli di storia sono un’eredità dal valore inestimabile, ma anche un impegno che va declinato nel presente. Da qui la scelta simbolica di una manifestazione “diffusa” - il 4 ottobre si terrà anche a Ragusa e l’11 a Siracusa - che sarà anche l’occasione per richiamare l’antica vocazione dello Studium.

«La scelta condivisa e partecipata - anticipa il rettore Francesco Priolo - di recuperare ufficialmente nell’attuale Statuto l’antica denominazione Siciliae Studium Generale non solo riporta alla memoria le glorie della prima fondazione voluta dal re aragonese, ma esprime anche l’orgoglio per i risultati raggiunti e la certezza che in futuro questi verranno consolidati e superati. Il tratto identitario di un Ateneo-comunità capace di superare le crisi più profonde, ritornando a essere il cuore pulsante della vita culturale della città, è il segno che la storia anche recente ha il potere di “illuminare” i punti di crescita e avanzamento». «Tra questi - prosegue il rettore - c’è sicuramente il passaggio da un sistema creato in origine per formare le élites siciliane a uno sempre più aperto, inclusivo, che ha fatto della valorizzazione delle differenze uno dei suoi punti di forza. In un’epoca in cui la formazione universitaria è al centro di interessi economici e di un dibattito sempre più aspro, in più occasioni l’Ateneo si è dimostrato capace di aggregare, fare rete, diventando luogo di libero scambio su temi tanto importanti quanto delicati».

Il tema e l’identità visiva della manifestazione ruoteranno intorno al concetto di UniCt come Università al centro del Mediterraneo e sono stati ispirati dalle mappe del cartografo arabo Al-Idrisi, approdato in Sicilia nel 1138. Le suggestioni scaturiscono in particolare dall’orientamento invertito delle carte (che vede il Sud nella parte superiore del planisfero), dal focus sul Mare Nostrum e dall’intensità dei colori. La storia dell’Ateneo più antico di Sicilia sarà raccontata in maniera suggestiva e originale attraverso una narrazione attraverso testi, suoni, musica e danza. Sul palco, Emanuele Coco (dipartimento di Scienze della Formazione UniCt) che cura i testi, uno dei quali riguarda anche una significativa prolusione accademica tenuta Mario Rapisardi, la narrazione live e le “incursioni sonore”; con lui Puccio Castrogiovanni (Associazione Musicale Etnea) e le danzatrici del Collettivo SicilyMade Simona Miraglia, Silvia Oteri e Amalia Borsellino (movimenti e coreografie site-specific).

Ospite d’eccezione Carlo Vecce, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università “L’Orientale” di Napoli e componente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, considerato uno dei più importanti studiosi al mondo della vita e dell’opera di Leonardo da Vinci, e in generale della civiltà del Rinascimento. Di Leonardo, Vecce ha curato l’edizione critica del “Libro di pittura” e del “Codice Arundel”, oltre a molti altri saggi, e all’allestimento di mostre in musei e istituzioni come il Louvre, il Metropolitan di New York, l’Ambrosiana di Milano, il Museo Galileo di Firenze, l’Università di Stanford e il Max Planck Institut di Berlino. La scoperta di nuovi documenti su Leonardo, e in particolare su sua madre Caterina, lo ha inoltre spinto a riscrivere interamente la sua biografia. E soprattutto a raccontare la storia affascinante della madre nel romanzo “Il sorriso di Caterina”, al centro di un caso letterario mondiale.
«L’opera di Leonardo da Vinci ha una dimensione universale per l’ampiezza e la complessità dei suoi interessi scientifici e intellettuali, ramificati in ogni ramo del sapere - spiega lo studioso - le nuove scoperte ci rivelano che l’universalità è il carattere fondamentale della sua vita fin dagli esordi: le origini e il rapporto con la madre Caterina, la lotta per la libertà, la spinta a superare barriere, confini, pregiudizi. Ne emerge quindi un’interpretazione nuova della sua figura, che si proietta, moderna e attuale, sulle inquietudini del nostro tempo».
I discorsi ufficiali saranno affidati al rettore Francesco Priolo e al direttore generale Corrado Spinella, interverrà a seguire la studentessa Sara Zappulla, vice presidente del Consiglio nazionale degli Studenti universitari. Alla cerimonia, che sarà trasmessa in streaming sui canali dell’Università, parteciperanno anche il Coro studentesco e la radio universitaria Radio Zammù.