Lo stupro di Catania, il racconto shock della vittima: «Io gridavo di fermarsi»
Emergono nuovi particolari sull’orrore che è avvenuto sotto gli Archi della Marina, vicino alla stazione degli autobus
Lividi alle gambe. I pantaloni strappati. E slip spariti. La 36enne dominicana è stata trovata così dai poliziotti delle Volanti lo scorso 23 dicembre. Erano le 4,30. Era nel gabbiotto del vigilantes del parcheggio Amts, in piazza Borsellino a Catania. In lacrime. Nelle carte della convalida dell’arresto firmate dalla gip Maria Ivana Cardillo - che ha disposto il carcere così come chiesto dalla pm Antonella Barrera - emergono nuovi particolari sull’orrore che è avvenuto sotto gli Archi della Marina, vicino alla stazione degli autobus.
La donna in un primo momento ha solo raccontato di due uomini che gli avevano rubato il cellulare. Ma poi, disperata, ha confessato agli agenti di essere stata stuprata. Ha indicato il luogo dove sarebbe avvenuta la violenza. E lì i poliziotti hanno trovato un italiano e un egiziano che stavano dormendo. Sono due senza fissa dimora che al gip hanno parlato di rapporti sessuali consenzienti. Ma la giudice ha ritenuto lineare e credibile il narrato della domnicana, che è arrivata a Catania per una serie di peripezie legate al suo ex compagno. Che uno degli stupratori conosce. Ed è stato il motivo del primo approccio, già la sera prima. La donna cercava una presa per poter mettere in carica il cellulare. Il 38enne di Augusta, con una scusa, l’avrebbe portata nel suo “giaciglio” e lì sarebbero avvenuti gli abusi. La donna, che ha sporto querela la mattina stessa dopo una visita in ospedale, ha spiegato che il bruto le avrebbe parlato del suo compagno e poi avrebbe cominciato a «prenderle la testa» con forza. «Io gli dicevo di fermarsi», ha detto più volte ai poliziotti. Le sue preghiere sono rimaste inascoltate.
Il racconto è fin troppo dettagliato. Alla fine l’uomo sarebbe riuscito a strapparle i vestiti e a stuprarla. «Per favore smettila», avrebbe continuato a ripetere. Ma la violenza non è terminata con lui. Perché poi è arrivato un altro ragazzo che si è «sdraiato a terra» e l’ha violentata. La vittima «non è riuscita a reagire» e tra le lacrime è stata abusata una seconda volta dal giovane egiziano. Addirittura ci sarebbe stato un terzo tentativo. Ma forse le lacrime della donna avrebbero fatto desistere l’uomo che si «allontanato». La donna «sotto shock» si è alzata e ha cominciato a cercare il telefonino nella borsetta ma non l’ha trovato. Il siracusano ha negato di averlo preso e ha accusato lo straniero. I due avrebbero addirittura litigato su chi fosse stato il ladro. A quel punto la dominicana è corsa verso piazza Borsellino a chiedere aiuto.
I due ora sono in carcere. C’è da capire se ci sarà ricorso davanti al Riesame.