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Lava e neve: spettacolo “biancorosso” sull'Etna per turisti, escursionisti e sciatori

Continua a essere monitorata la nuova colata lavica creatasi nel tardo pomeriggio di sabato in seguito alla fessurazione tra la base del cratere centrale e il “cratere del Piano”

10 Febbraio 2025, 11:07

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Continua a essere monitorata la nuova colata lavica creatasi nel tardo pomeriggio di sabato in seguito alla fessurazione tra la base del cratere centrale e il “cratere del Piano”, nella zona sud-est del vulcano. La colata che ne è scaturita, non essendo fortemente alimentata, è di natura effusiva. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania non registra particolari variazioni nei parametri del vulcano; infatti sia il tremore vulcanico e l’attività infrasonica sono nella norma, segno che al momento l’Etna non sta sprigionando più energia di quella che di norma connota un vulcano ad attività persistente come il nostro. La colata è piuttosto stretta e lunga poche centinaia di metri. Quella in corso è, dicono i vulcanologi, una tipica eruzione di tipo sub-terminale poiché proviene da una frattura e non da uno dei crateri principali. Se sia l’inizio di un’attività più intensa, comunque, è troppo presto per dirlo.

Non poco, però, il fascino che desta l’evento, creato dagli effetti visivi che scaturiscono dall’incontro del fuoco del magma con la neve fredda, così come raccontato dal gruppo delle guide vulcanologiche che ieri mattina si è portato sul posto, costituito da Giuseppe Amendolia, Francesco Ciancitto, Giovanni Carbonaro e dal membro del soccorso alpino Gianluca Mazzaglia.

A detta dei componenti del gruppo vulcanologico, l’evento di sabato pomeriggio presenta delle forti similitudini con un precedente fenomeno eruttivo verificatosi nel 2006, pressoché nello stesso posto. Anche allora l’evento non destò particolare preoccupazione. È chiaro però che i vulcanologi continuano a prestare la massima attenzione.

I gitanti della domenica

Per quanto riguarda il fronte del turismo invernale, ieri la stazione di Etna nord ha registrato, nonostante le precarie condizioni atmosferiche, un buon flusso di sciatori. Nella mattinata, infatti, i parcheggi di Piano Provenzana si sono riempiti, nonostante le difficoltà che presentava la strada di accesso a causa del perdurare dell’innevamento. Da quota 1500 circa, infatti, ha continuato a nevicare e la temperatura rigida ha creato qualche problema alla viabilità solo nell’ultimo tratto, quello denominato comunemente della “curva del palo”.

Va detto che l’arteria richiede, in particolari condizioni climatiche come quelle di ieri, di montare sempre le catene in quanto, a volte, i copertoni termici non sono sufficienti, specie in fase di ripartenza dell’automobile.

Ancora due gli impianti che girano a Etna nord: il “Monte Conca” e il “Coccinelle”, oltre il tapis roulant. Sempre aperte le due scuole di sci, quella di discesa e quella di fondo, così come funzionante, con un innevamento davvero ottimo, la pista da fondo “Pojana”. Per l’apertura degli altri due impianti, la seggiovia Pouchoz e l’Anfiteatro, al momento chiusi per motivi tecnici, si attendono notizie da un giorno all’altro.

L’innevamento è abbondante, grazie anche alla nuova neve caduta in questi giorni. Ciò significa che la stagione può ancora durare e l’interesse turistico è notevole. A ciò va aggiunto l’afflusso degli specialisti dello sci d’alpinismo, una specialità che va sempre più espandendosi e che sull’Etna ha trovato parecchi proseliti, di cui molti provenienti dal nord o dall’estero.