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Medicina estetica, il prof. Curatolo sui "furbetti" del filler a Catania: «Gente senza scrupoli e neanche economica»

Il responsabile dell’Uosd (l’unità operativa semplice di dipartimento) dell’Arnas Garibaldi e coordinatore della Commissione di medicina estetica e rigenerativa dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia, sull'ultimo caso riscontrato dell'estetista scovata nel Catanese

Francesca Aglieri Rinella

23 Febbraio 2025, 15:55

Il laboratorio abusivo scovato nel Catanese e il parere del prof. Curatolo

Il laboratorio abusivo scovato nel Catanese e il parere del prof. Curatolo

«Andarsi ad affidare a mani inesperte è pura follia. Non si tratta di superficialità o di inesperienza: siamo davanti a un grave caso in cui si è fatto un abuso dell’esercizio della professione medica. Con la salute non si scherza». Non usa mezzi termini Salvatore Martino Curatolo, medico chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia, responsabile dell’Uosd (l’unità operativa semplice di dipartimento) all’Arnas Garibaldi e coordinatore della Commissione di medicina estetica e rigenerativa dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia.

Il ventaglio di proposte allettanti sul web e sui social e prezzi stracciati accattivanti sono spesso la soluzione più comoda…
«Ma lei crede ci sia davvero un risparmio? Ci sono casi in cui persone non competenti si fanno pagare più dei medici. Queste persone senza scrupoli sono in un delirio di onnipotenza perché pensano che la giustizia non esiste e non ha tempo di pensare ai “furbetti”…».

Ci si rivolge a chicchessia senza tenere conto dei rischi…

«Che sono gravissimi. Partiamo dall’assunto che un’estetista non è un medico, a prescindere che sia un dermatologo, un chirurgo plastico o un medico estetico. Non ha la competenza del medico. Non conosce la conformazione dei vasi sanguigni, la distribuzione dei nervi nella zona in cui si sta intervenendo. Le faccio un esempio che è quello dei trattamenti più comuni. Quando si interviene sulle rughe nasogeniene, comunemente note come rughe naso-labiali, quei segni che si formano tra il naso e gli angoli della bocca, basta andare a inforcare un’arteriola (quell’arteria di piccolissimo calibro che si continua nei capillari) che il danno è fatto. Non a tutti nascono e crescono nella stessa zona, ci sono anche delle anomalie di tipo anatomico che basta toccare per sviluppare immediatamente un trombo che produce la necrosi parcellare del naso e della guancia. Se poi non sai che bisogna fare la ialuronidas, quell’antidoto specifico che viene iniettato sottopelle per accelerare la naturale neutralizzazione dell’acido ialuronico, il paziente rischia grosso».

Il professionista è in grado di fare un’anamnesi…
«Certo. Prima di qualsiasi trattamento, intervento o somministrazione, è fondamentale sapere se il paziente soffre di malattie auto immuni. Quelle che vengono iniettate sono comunque tutte sostanze che anche se hanno una bassa ecogenecità sono sempre delle sostanze estranee che vengono introdotte nell’organismo, seppur compatibili al 100%. Così come occorre sapere se un paziente ha delle allergie: ci sono alcuni casi in cui non è possibile fare il botulino se il paziente da trattare ha avuto un’emiparesi o se hanno avuto altre sindromi che potrebbero aggravarsi. La medicina parla chiaro: la tossina botulinica non deve essere usata in casi di malattie neuromuscolari, come la miastenia grave e la sindrome di Eaton Lambert, infezioni o infiammazioni in atto nella zona da infiltrare. Ma questo può saperlo un professionista…».

È emblematica la tragedia della giovane Margaret
«Non sappiamo ancora bene come siano andate le cose, non è chiaro se la paziente e i medici si fossero visti prima, se avessero redatto la cartella clinica, se la ragazza avesse consumato del cibo prima di sottoporsi all’intervento. Ci sono una serie di errori per cui bisogna andare a ricostruire da chi siano stati commessi, al di là della certezza che lo studio medico non avesse alcuna autorizzazione….».

Dunque chirurgia estetica sì, ma…
«Con moderazione, serietà e con la consapevolezza da parte del paziente di sapere il trattamento a cui intende sottoporsi. Ma soprattutto capire e sapere cosa si vuole. In alcuni casi, ormai sempre più frequentemente, si vanno a cercare dei risultati che vanno al di là della possibile logica. A maggior ragione che oggi abbiamo a disposizione una serie canali per conoscere a chi rivolgersi».