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Fisico nucleare Frisone picchiato in casa, le accuse a due familiari

Di Redazione |

Catania – “Oggi finisce la famiglia Frisone e ne nasce una nuova composta solo da me e mia madre. Il 4 maggio scorso, nel pomeriggio, sono stato picchiato in casa mia da mia sorella Palma, insegnante, e minacciato da suo marito. Non ne conosco il motivo. Grazie all’intervento del mio badante la situazione non è degenerata”.

Lo ha detto Fulvio Frisone, il noto fisico nucleare tetraplegico, picchiato in casa sua, durante la conferenza stampa tenuta nello studio legale del suo avvocato, Giuseppe Lipera. Frisone ha presentato denuncia e querela per aggressione e minacce ai carabinieri con richiesta interdittiva di avvicinamento da parte della sorella e del marito di quest’ultima.

Il fisico tetraplegico ha rievocato i momenti dell’aggressione. Una delle due sue sorelle è entrata in casa con il marito, si è appartata con il fratello in camera e lo ha aggredito colpendolo mentre il cognato successivamente lo avrebbe minacciato chiosando «io chiamo le Iene…». A intervenire in sua difesa il badante colombiano che conferma la ricostruzione nella denuncia presentata ai carabinieri. Frisone ha ricostruito l’accaduto ai giornalisti, nello studio del suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera. Nell’esposto denuncia il ricercatore ipotizza una causa: «Tutto ciò – scrive nell’esposto – è accaduto perché mia sorella è inspiegabilmente convinta che io abbia maltrattato nostra madre, circostanza assolutamente non vera». Il ricercatore catanese ha anche un altra sorella che vive lontano e che, dice, «non vedo da anni». Per questo annuncia che “oggi finisce la famiglia Frisone e ne nasce una nuova composta soltanto da me e mia madre”.

«Mia sorella con la scusa di dovermi parlare mi ha portato in una stanza da solo e dopo avere chiuso la porta ha cominciato a bastonarmi senza darmi una spiegazione, dandomi una serie di schiaffi e provocandomi un grave malessere, date le mie condizioni di salute: sono affetto da tetraplagia spastico-distonica. All’arrivo del mio badante, intervenuto dopo avere sentito le mie urla – ricostruisce ancora – mia sorella si è allontanata e mio cognato mi ha insultato dicendomi che se non la facevo finta avrebbe chiamato quelli del programma televisivo Le Iene». Nella denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Aci Catena, Frisone chiede «la punizione dei responsabili» e la “contestuale applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento” per sua sorella e il cognato e annuncia di “volersi costituire parte civile nel procedimento penale». «La violenza è sempre da condannare – commenta l’avvocato Lipera – lo è ancora di più quando commessa contro persone deboli e fisicamente fragile come Fulvio Frisone, una persona affetta da tetraparesi spastica con distonie ed è quindi costretta su una sedia a rotelle, parla a fatica, non può mangiare e muoversi da solo. E’ una vicenda – chiosa il penalista – per come ricostruita, di una gravità assoluta». La vita di Fulvio Frisone è stato al centro del film Tv “Il figlio della luna” andato in onda su Raiuno nel febbraio del 2007. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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