Tentò di corrompere funzionaria della Prefettura: condannata a 4 anni
La sentenza del Tribunale. L'imputata dovrà risarcire la parte civile.
Si presentò due anni fa in Prefettura, all’ufficio immigrazione, chiedendo alla funzionaria informazioni in merito alla pratica per un cittadino straniero seguito dall’ufficio legale per cui lavorava. Il provvedimento richiesto, però, mancando un nullaosta della Questura era stato rigettato. La collaboratrice però avrebbe cercando di dissuadere la funzionaria a portare avanti l’incartamento e avrebbe aperto una carpetta dove all’interno ci sarebbe stata una busta con all’interno almeno una banconota di 50 euro. La funzionaria avrebbe immediatamente chiamato il suo “superiore” per denunciare quanto accaduto. E poi ha sporto querela alla polizia. La donna si è sempre difesa dicendo di non aver offerto alcuna bustarella ma solo un caffè per dialogare.
L’indagine svolta dalla polizia ha portato pochi mesi dopo l’esposto all’emissione di una misura cautelare nei confronti della 60enne, che è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Poi l’anno scorso Sarina Gina Russo è finita sotto processo per istigazione alla corruzione. Al termine del dibattimento la terza sezione penale del Tribunale etneo ha condannato l’imputata a quattro anni. Nel dispositivo firmato dalla presidente del collegio, la giudice Consuelo Currao, si legge che la donna è stata anche dichiarata interdetta in perpetuo dai pubblici uffici e incapace in perpetuo di contattare con la Pubblica Amministrazione.Nel processo si è costituita come parte civile la funzionaria della Prefettura, che è stata assistita dall’avvocato Giovanna Li Causi. Il Tribunale ha condannato Russo a pagare 5.000 euro a titolo di risarcimento per danno d’immagine.
Il collegio ha anche ordinato di trasmettere gli atti al pm per valutare la posizione di uno dei testi sentiti nel processo in merito al reato di falsa testimonianza.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni. I difensori dell’imputata, gli avvocati Dario Riccioli e Filippo Russo, hanno anticipato già il ricorso in appello.