21 dicembre 2025 - Aggiornato alle 09:54
×

StMicroelectronics, gli esuberi in Italia sono 1.000: ma il piano prevede un forte investimento su Catania

Il ministro del Mimit, Adolfo Urso, è tornato a parlare del tavolo di ieri con la multinazionale dei semiconduttori

Redazione La Sicilia

11 Aprile 2025, 13:16

StMicroelectronics, gli esuberi in Italia sono 1.000: ma il piano prevede un forte investimento su Catania

Il nuovo stabilimento di STMicroelectronics di Catania

Dei 2.800 esuberi annunciati da Stm quelli in Italia saranno «poco più di mille», al pari di quelli in Francia. «Quelli che riguarderanno l’Italia saranno pari a quelli che riguarderanno la Francia perché abbiamo chiesto equilibrio. Il piano va ancora ben definito ma credo che siano poco più di mille», ha detto il ministro del Mimit, Adolfo Urso, a margine di un incontro ad Adro. Secondo Urso il piano di Stm «destina significative risorse al nostro Paese» e va visto in ottica pluriennale: se si guardano «i dati occupazionali che saranno sviluppati nel tempo quando questi investimenti diventeranno produttivi» è chiaro che «l'obiettivo finale è di crescita per l’Italia».

«Il piano finalmente destina risorse significative nel nostro Paese, sia per realizzare a Catania il polo produttivo più importante a livello globale dell’azienda, sia perché prevede finalmente investimenti significativi nel sito di Agrate per recuperare rispetto a quanto non si è fatto nella scorsa legislatura, quando gli investimenti sono stati invece prevalentemente indirizzati in Francia», ha spiegato Urso.

«Noi - ha aggiunto - stiamo invertendo quel piano inclinato che si era realizzato nella scorsa legislatura nella disattenzione dei governi che ci hanno preceduto, quando gli investimenti sono stati fatti più in Francia che in Italia» e non a caso «sono più importanti e significativi in questi tre anni gli investimenti in Italia rispetto alla Francia».

Di fronte a una «crisi ciclica» dei semiconduttori il piano chiesto dall’Italia «va ben oltre ai 3 anni, quindi non bisogna guardare solo a quello che accadrà da qui al 2027 ma al 2030-31-32 rispetto agli investimenti che verranno calati già oggi». «Se guardate i livelli occupazionali da cui partiamo, se considerate anche gli esuberi che comunque saranno realizzati attraverso forme diverse ma sicuramente senza licenziamenti, e poi guardate i dati occupazionali che saranno sviluppati nel tempo quando questi investimenti diventeranno produttivi vi rendete conto che l’obiettivo finale è di crescita per l'Italia», ha concluso Urso.