La festa della Polizia in piazza Palestro, il questore: «Vi chiediamo di credere che un’altra Catania è possibile»
Una location "speciale" per i 173 anni della fondazione
«Vi chiediamo di credere che un’altra Catania è possibile»: sono parole accorate, concrete e di speranza quelle pronunciate dal questore Giuseppe Bellassai che ieri, in occasione dei 173 anni della fondazione della Polizia di Stato, che si è rivolto agli uomini e alle donne della questura, ma soprattutto alla città. A piazza Palestro, dominata dalla Porta Ferdinandea, nel cuore del quartiere San Cristoforo, è stata soprattutto una grande festa di condivisione con le istituzioni civili, religiose e militari, i cittadini e gli studenti. «Essere qui - ha continuato Bellassai - è il modo per abbracciare plasticamente la comunità catanese e mostrare l’interesse, vero e reale, per i suoi problemi. Non è casuale che abbiamo voluto celebrare il giorno della fondazione in un quartiere destinato a divenire teatro di azioni di recupero dal degrado e di ripristino della legalità».
Gli stand della legalità
Sono stati in tanti ad avvicinarsi agli stand delle diverse specialità della polizia dove sono stati esposti strumenti, attrezzature e dotazioni per lo svolgimento delle attività quotidiane dei poliziotti che hanno risposto alle domande e alle curiosità degli studenti e dei cittadini. A loro è stato illustrato l’innovativo progetto multimediale elaborato da “Nict-Nact”, il laboratorio catanese pensato per far crescere e sviluppare le competenze dei più giovani, con un robot personalizzato che ha interagito con i presenti ai quali sono stati presentati alcuni manufatti a tema p, creati con una stampante 3D dagli studenti degli istituti scolastici “Archimede” e “Spedalieri”. Ad allietare la cerimonia, i giovani musicisti e i docenti del liceo musicale “Angelo Musco”.
Il motto "Esserci sempre"
E non è un caso se il motto “Esserci sempre” riecheggia in una piazza gremita di adulti, ragazzi e bambini (nonostante qualche lamentela da parte dei negozianti costretti a chiudere le attività) e di bandierine tricolori che sventolano e hanno illuminato ancor di più l’assolata giornata di primavera. «Dobbiamo essere presenti a San Cristoforo - ha aggiunto il questore - ma anche a Librino, a San Giovanni Galermo, a San Berillo, a San Giorgio, a Villaggio Sant’Agata, perché anche quei quartieri sono Catania, anche se per troppo tempo si sono sentiti ai margini. Lì dove la criminalità prova a imporre le proprie regole, dobbiamo esserci noi con le nostre. Lì dove i ragazzi crescono pensando che non ci siano alternative, dobbiamo essere noi a mostrargliele. Perché se vogliamo che la legalità sia la strada maestra, dobbiamo essere noi i primi a percorrerla con loro. Dobbiamo esserci per ogni donna che ha paura di parlare, perché sappia che non è sola, che esiste una rete di protezione pronta ad ascoltarla, ad accoglierla, a supportarla. Cambiamo questa città, facciamolo insieme. Vogliamo, esserci sempre. Esserci per voi. Perché senza di voi il nostro lavoro sarebbe solo un insieme di azioni, non un vero cambiamento».
La questione sicurezza
Nel suo intervento, il questore ha poi snocciolato i dati delle attività e delle operazioni svolte in tutto il territorio provinciale nell’ultimo anno. «La sicurezza non è un concetto astratto, né un risultato che si può archiviare con un numero o con una percentuale. È fatta di volti, di storie, di vite che si intrecciano con la nostra. È fatta di chi, dopo aver subito un’ingiustizia, trova il coraggio di denunciare. È fatta di una donna che, nel buio di una relazione violenta, riesce a vedere una luce e a chiedere aiuto. È fatta di un giovane che, grazie a un incontro nelle scuole, comprende che la legalità non è un limite, ma una possibilità. La sicurezza non è qualcosa che possiamo costruire da soli. È un impegno collettivo. È una responsabilità dalla quale nessuno può sentirsi estraneo. Nessuna istituzione può agire da sola, nessuna scuola può educare da sola, nessun quartiere può salvarsi da solo. E noi, come Polizia di Stato, lo sappiamo bene. Ecco perché la nostra missione è anche essere un’agenzia educativa, un punto di riferimento per chi cresce e per chi ha bisogno di sapere che lo Stato non è lontano, ma è accanto a lui».
Infine, l’appello alla città: «Vi chiediamo di credere che un’altra Catania è possibile. Perché l’illegalità si alimenta del nostro silenzio, del nostro disinteresse, della nostra paura. Ma se noi alziamo la testa, se camminiamo insieme, se scegliamo di non abbassare lo sguardo, allora niente può fermarci. La Polizia di Stato è al fianco della società, per contrastare il crimine, ma anche per costruire un ambiente più giusto per tutti». In segno di stima «per la straordinaria professionalità e l’umanità» il questore e i funzionari hanno omaggiato il prefetto Maria Carmela Librizzi.