Omicidio della piccola Elena, si riapre il processo in Appello: disposta perizia collegiale sulla mamma Martina
La donna, che uccise la figlioletta a coltellate, è comparsa davanti alla Corte D'Assise D'Appello di Catania
La piccola Elena uccisa dalla madre Martina Patti
Martina Patti, la giovane madre accusata dell'omicidio della figlia Elena Del Pozzo, ha parlato lungamente questa mattina davanti alla Corte D'Assise D'Appello di Catania. Ha raccontato il suo percorso travagliato in questi tre anni di detenzione dove ha ricevuto assistenza psicologica e psichiatrica. «Il mio malessere è cominciato dalla relazione con il mio ex, un rapporto dove ho subito anche violenze», ha detto l'imputata. La fine di quella convivenza per Martina Patti sarebbe stata un fallimento. E quando si è lasciata anche con il ragazzo conosciuto su Instragram avrebbe sentito il peso di un altro fallimento. «Solo grazie al supporto psicologico ho compreso che ero sprofondata in una crisi depressiva e avrei dovuto chiedere aiuto», ha spiegato in aula. La donna ha parlato anche del rapporto con la figlia e poi della decisione di togliersi la vita assieme a Elena.
Cosa però che non è avvenuta: Martina Patti ha accoltellato la piccola di quasi cinque anni, l'ha seppellita infilandola nei sacchi e poi ha simulato il sequestro. Solo la mattina dopo, il 14 giugno 2022, la madre confessa l'omicidio al padre e indica ai carabinieri il luogo dove ha nascosto il corpicino. Il processo di primo grado è terminato con la condanna a 30 anni inferta dalla Corte d'Assise etnea. I difensori, supportati dalla relazione del perito di parte, hanno sempre sostenuto che Martina Patti nel momento della commissione del delitto fosse in una bolla dissociativa che avrebbe scemato la capacità di intendere e di volere.
Stamattina la Corte d'Assise d'Appello di Catania, al termine delle dichiarazioni spontanee rese dall'imputata, ha chiesto alle parti di interloquire. Il sostituto procuratore generale Agata Consoli ha avanzato richiesta di perizia collegiale per dipanare qualsiasi dubbio, premettendo che l'accusa è convinta che non vi fosse incapacità nell'esecuzione dell'omicidio. La difesa, rappresentata dagli avvocati Tommaso Tamburino e Gabriele Celesti, ha chiesto di nominare due periti provenienti da altre regioni vista la risonanza mediatica che ha avuto il caso. La Corte d'Assise d'Appello ha confermato le sue scelte e nominato Roberto Catanesi. psichiatra forense dell'Università di Bari, ed Eugenio Aguglia, psichiatra catanese. Il conferimento dell'incarico sarà formalizzato il prossimo 26 maggio.