A Castel di Iudica l'inganno del caro estinto: tombe e loculi in vendita con i consiglieri "sponsor"
La vicenda è legata all'ampliamento della struttura. La ditta in subappalto ha intascato i soldi interrompendo però i lavori per un’interdittiva antimafia
Lavori nel cimitero di Castel di Iudica
Un posto al cimitero. La questione del caro estinto a Castel di Iudica è davvero seria e anche sentita. L’ampliamento del camposanto, infatti, è stato anche uno dei punti del programma alle ultime Comunali della cittadina calatina, che hanno sancito la vittoria di Ruggero Strano al secondo mandato.
Nel 2022 pareva si fosse arrivati a un punto di svolta grazie al project financing. Un progetto di finanza che avrebbe da una parte salvaguardato le casse dell’ente e dall’altra avrebbe garantito la realizzazione dei nuovi loculi. Il 21 luglio 2022 l’amministrazione diretta dal sindaco Strano - leghista doc e da poco eletto al consiglio metropolitano - ha indetto la gara d’appalto: l’unica a presentarsi è stata la Levi srl di Francofonte (amministratore unico Loredana Riggio) che quindi risulta vincitrice. Ad agosto 2022 la società e il Comune stipulano il contratto di affidamento. Nel pieno delle festività natalizie di tre anni fa la Levi chiede l’autorizzazione a subappaltare i lavori alla Immobiliare costruzioni srl di Piazza Armerina (amministratore unico Massimiliano Mangione). Anche se la società di Francofonte, dagli atti che abbiamo consultato, aveva sottoscritto con la ditta ennese il contratto già alla data del 9 dicembre 2022. Ma poco importa, quello che fa fede è l’autorizzazione del Comune di Castel di Iudica. Si dovrà attendere maggio 2023 per il via libera a concedere il «sub-appalto, per un importo di 431.500 euro oltre l’Iva» per quasi 600 giorni di lavoro.
Quando il cantiere è finalmente avviato, ad aprile 2024 un altro stop. Stavolta la faccenda diventa davvero complessa. Dalla Prefettura di Enna arriva comunicazione all’amministrazione comunale che l’impresa che si sta occupando dei lavori al cimitero è destinataria di un’interdittiva antimafia. La situazione si fa ancora più pesante poiché, come risulta dalla visura camerale, c’è un provvedimento del Tribunale di Caltanissetta che ha disposto il sequestro di tutte le quote. Insomma tutto da rifare.
Lo stop ai lavori dura diversi mesi, fino all’affidamento sempre in subappalto a un’impresa individuale, Gulisano Costruzioni di Castel di Iudica, che è nata - come risulta dalla visura - a febbraio 2024. Il groviglio meramente burocratico sembra avere superato l’impasse: basta passare dal cimitero di Castel di Iudica, dove è ben visibile il cartellone del cantiere di ampliamento.
Tutti contenti? Purtroppo no. Perché prima della doccia fredda dell’interdittiva alcuni cittadini avrebbero acquistato, in contanti, con assegni o bonifici tombe e intere cappelle. Ma i soldi non sono stati consegnati, come sarebbe stato normale, al Comune ma all’impresa fuori dalla white list della Prefettura. Quello che è davvero singolare è che a fare da emissari dei pagamenti sarebbero stati diversi consiglieri di maggioranza. Qualcuno parla di «sponsorizzazione» della vendita della tombe. Matteo Di Paola, per fare l’esempio più clamoroso, avrebbe incassato un assegno da parte di un cittadino, come si attesta nella fotocopia con la sua firma “per ricevuta”. Ma in che veste? «Ho fatto solo un favore a una parente - si difende il consigliere contattato da La Sicilia - un atto di ingenuità sicuramente, ma si tratta di una cortesia a un familiare che si trovava lontano. Ho consegnato la busta a un operaio della ditta ma l’ho fatto nella mia veste privata e non politica. Ma naturalmente i consiglieri di minoranza hanno preso la palla al balzo per strumentalizzare la vicenda», commenta Di Paola che respinge qualsiasi accusa di «essere stato sponsor» di qualsiasi vendita. «Ho la coscienza pulita, anzi sono vittima anche io», replica con convinzione.
I compratori a un certo punto vengono contattati dall’amministratore della Immobiliare Costruzioni che li avverte che l’ampliamento del cimitero è bloccato. Sentendosi “truffati”, gli acquirenti si rivolgono all’avvocato Salvatore Ficarra che, assieme alla collega Claudia Branciforti, comincia a inviare pec al Comune. Un buco nell’acqua: anzi volano stracci tra Ficarra e il sindaco Strano. Nel frattempo l’avvocato fa una visura camerale e prende atto dell’interdittiva antimafia. La storia finisce in Tribunale: i legali citano in giudizio oltre alla Immobiliare Costruzioni anche il Comune di Castel di Iudica, che già risulta costituito. L’udienza è fissata per il 24 luglio. «I cittadini hanno fatto affidamento alla buona riuscita dei lavori perché tutto è passato tramite l'intervento dei consiglieri comunali. I miei clienti - commentano gli avvocati Ficarra e Branciforti - non conoscevano il signor Mangione (amministratore della Immobiliare Costruzione, ndr), conoscevano i consiglieri comunali, ragion per cui si sono fidati. Il sindaco avrebbe dovuto attivare subito, tramite i suoi legali, tutte le azioni possibili per tutelare i cittadini, cosa che non è avvenuta».
Parallelamente gli avvocati hanno cominciato un’interlocuzione con il commissario giudiziario per riavere indietro le somme, per alcuni i risparmi di una vita. Uno dei cittadini che ha pagato i loculi ha anche fatto denuncia ai carabinieri di Castel di Iudica palesando di essere stato vittima di «truffa».
Anche il sindaco Ruggero Strano ha invitato i cittadini a rivolgersi all’autorità giudiziaria (leggi replica nel box a lato) durante un accesissimo consiglio comunale dove all’ordine del giorno - su richiesta firmata dai consiglieri di opposizione - c’era proprio l’affaire cimitero. Ed è stata in quella sede, era il 18 marzo scorso, che un esponente della giunta ha spiegato che l’unico delegato alla vendita dei loculi è il Comune.
«Il sindaco dovrebbe spiegare: come mai non ha inteso intraprendere azioni legali nei riguardi della Immobiliare Costruzioni?», si chiedono però gli avvocati Ficarra e Branciforti.