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Stupro al Giardino Bellini, sentiti i quattro del branco: «Non abbiamo partecipato alla violenza»

Una versione già detta in fase di interrogatorio di garanzia ma che non aveva convinto il gip

Laura Distefano

03 Giugno 2025, 20:31

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I rilievi dei carabinieri dopo lo stupro subìto da una 13enne alla Villa Bellini

Hanno deciso di sottoporsi all’esame i quattro giovani egiziani accusati in concorso dello stupro avvenuto l’anno scorso alla Villa Bellini di Catania ai danni di una ragazzina di tredici anni. Gli imputati sono sotto processo davanti alla II sezione penale del Tribunale di Catania anche per violenza privata nei confronti del fidanzatino della vittima che è stato bloccato per impedirgli di fermare la violenza avvenuta nei bagni pubblici del giardino comunale. Uno degli imputati ha raccontato che quel pomeriggio era al parco comunale ma che era al telefonino ed era distante dai luoghi teatri degli abusi.

Gli altri tre invece hanno ribadito di aver tentato di fermare lo stupro, bussando forte alla porta dei bagni e dicendo in arabo ai ragazzi di smetterla. E infatti sarebbe stato grazie al loro intervento che la violenza sarebbe terminata e la ragazza uscita e scappata. Una versione già detta in fase di interrogatorio di garanzia ma che non aveva convinto il gip. Inoltre è stato prodotto la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura per uno degli imputati per un caso di violenza avvenuto in carcere. L’avvocato Eleonora Baratta, che è parte civile in entrambi i procedimenti penali, si è riservata di depositare l’esito dell’udienza preliminare prevista per il prossimo 11 giugno. Il processo sullo stupro invece è stato rinviato al primo luglio per cominciare a sentire i testi della difesa.