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Mafia, "Nino u biondo" torna dietro le sbarre: era nell'elenco degli "scarcerati Covid"

Rigettata la proroga dei domiciliari per motivi di salute. La difesa impugna.

Laura Distefano

29 Giugno 2025, 12:37

Mafia, "Nino u biondo" torna dietro le sbarre: era nell'elenco degli "scarcerati Covid"

È tornato in carcere Antonio Rapisarda, il boss di Paternò chiamato “Nino u Biondo”. L’esponente della famiglia mafiosa che è legato a doppio filo ai Laudani di Catania stava scontando ai domiciliari una pena definitiva per mafia e droga nell’ambito della storiche inchieste Baraonda e Lampo. Ma il Tribunale di Sorveglianza non ha ritenuto che vi fossero le condizioni per prorogare la misura alternativa. Una conseguenza che è nata anche per il fatto che Rapisarda è rimasto incagliato nella rete dell’operazione “Athena” dei carabinieri che lo scorso anno ha scatenato un terremoto nel comune di Paternò. Nino “U Biondu” è accusato di associazione mafiosa e droga.
La mancata proroga ha quindi fatto scattare un’ordinanza di carcerazione che è stata notificata dai carabinieri a casa di Rapisarda, che è stato accompagnato lunedì nel carcere di Piazza Lanza. Gli anni che restano da scontare al detenuto sono diciassette anni e otto mesi, frutto della continuazione tra i processi - come detto - Baraonda e Lampo.

Il difensore, l’avvocato Antonio Giuffrida, ha già fatto istanza al magistrato di sorveglianza per disporre nuovamente i domiciliari in quanto ritiene che le condizioni del suo assistito siano incompatibili con la detenzione in carcere, come già aveva accolto il gup Carlo Cannella nella prima fase dell’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta “Athena”. A questo proposito la pm ha già formulato la richiesta di pena ed è stata pesantissima. Alla gup Anna Maria Cristaldi il sostituto procuratore ha chiesto di condannare Rapisarda a 20 anni di detenzione.
Nel curriculum di “Nino U Biondo” c’è anche una sentenza definitiva nel processo Vicerè figlio della maxi inchiesta che nel 2016 rase al suolo la famiglia mafiosa dei Laudani in tutte le sue ramificazioni e alleanze. Toccando anche la cellula di Paternò di cui Nino Rapisarda è un elemento di vertice.
Il nome del boss finì nel famoso elenco degli oltre seicento scarcerati durante la pandemia del Covid. Nino Rapisarda infatti tornò a casa a Paternò per scontare la pena definitiva in considerazione delle sue condizioni di salute.