21 dicembre 2025 - Aggiornato alle 04:22
×

Catania, il chiosco che prova a evitare il provvedimento di chiusura del questore con l'insolito messaggio alla clientela

Ironia sui social: «Allora il bar del Senato dovrebbero chiuderlo ogni settimana»

Laura Distefano

01 Luglio 2025, 13:10

chiosco1

«Si prega le persone pregiudicate di consumare ma non sostare, per motivi di legge. Grazie». Una forma, un po’ atipica e tutta catanese, per provare a difendersi dalla chiusura temporanea per motivi di ordine e sicurezza pubblica.

È comparsa sui social una foto di un foglio affisso in uno dei tanti chioschi sparsi per la città. Uno strumento molto creativo per cercare di prevenire i provvedimenti spiccati dalla polizia in ottemperanza dell’articolo 100 del Tulps che permette al questore di intervenire quando ci sono elementi che portano a mettere a rischio la sicurezza. Un provvedimento che è frutto di un lavoro meticoloso: la scelta si basa infatti su una relazione redatta dall’Anticrimine che raccoglie i dati e i risultati delle verifiche costanti e continuative svolte dalle Volanti in prima linea nel controllo del territorio. Ma le segnalazioni al questore - che è l'autorità provinciale di pubblica sicurezza - possono arrivare anche da controlli di altre forze dell’ordine, come i carabinieri. Lo strumento normativo mira a evitare che i locali diventino un luogo di ritrovo di persone che hanno precedenti penali di particolare allarme sociale.

Solo in questi giorni i poliziotti ne hanno notificati due ai titolari di due distinte attività in via Di Sangiuliano. Alcuni commercianti si lamentano del fatto che non possono chiedere il «casellario giudiziario» alla clientela. E così un fantasioso gestore ha deciso di contare sulla sensibilità di chi ha avuto qualche guaio con la giustizia e quindi di invitarlo dopo aver gustato un caffè o un fresco seltz a non trattenersi. E comunque non scegliere il locale come luogo per incontrare magari amici con altri precedenti giudiziari.

L’iniziativa del cartello (che è stata confermata da alcune fonti de La Sicilia ma risale a qualche giorno fa) è stata immortalata in una foto che è finita prima in diversi profili TikTok e poi sulla pagina “Inciviltà a Catania”. E qui l’ironia catanese, che ha ispirato il gestore stanco di dover chiudere la saracinesca, è esplosa in diversi commenti.

L'ironia dei commenti

C’è chi ha già una soluzione più efficace dell’affissione del fantasioso cartello: «In un futuro prossimo ci aiuterà la tecnologia con riconoscimento facciale. Si può individuare anche chi ha commesso un reato 30 anni prima». Ma c’è di più secondo Agatino in un post stile “Back to The Future”: «Gli si può impedire sia di sostare, sia di accedere in alcune aree, si può anche attivare un segnale acustico luminoso che ne segnali la presenza».

Alcuni ragionamenti poi non fanno davvero una grinza. Anche considerando gli ultimi scandali giudiziari che hanno colpito i palazzi delle Istituzioni. «Se la legge si applicasse alla lettera si deduce che anche il parlamento italiano, il parlamento siciliano e anche alcuni consigli comunali dovrebbero subire lo stesso provvedimento», commenta Salvatore. Va sulla stessa direzione il commento di Giosuè, dalla catanesità dirompente: «Quindi se vanno al bar del Senato lo chiudono ogni settimana». E come dargli torto.