Inchiesta su congresso Sic, richiesta assoluzione per Mirabella e una riduzione di pena per l'ex rettore Basile
Il pm ritiene vi sia un quadro accusatorio fondato per le ipotesi di concussione e tentata concussione a carico del medico catanese
Barbara Mirabella, Francesco Basile
Un cambio di valutazione del pm Fabio Regolo nel processo sull’organizzazione del convegno medico a Catania, che ha portato davanti al gup, fra gli altri, l’ex rettore Francesco Basile e la già assessora comunale alla Cultura, Barbara Mirabella. Ieri, quando si sono chiuse le arringhe difensive e le repliche, il sostituto procuratore ha rimodulato le richieste di pena avanzate prima delle discussione dei legali degli imputati.
E ha chiesto quasi per tutti una sentenza di assoluzione. Per il pm quindi non vi sarebbe stato alcun accordo corruttivo nell’organizzazione del congresso della Società Italiana di Chirurgia che si è svolto a Catania nel 2021. Al giudice per le udienze preliminari il magistrato ha chiesto l’assoluzione per Barbara Mirabella, gli imprenditori campani Sabrina Rubeo ed Eugenio Marzuillo, e anche per Giovanni Trovato. E per la corruzione ha chiesto l’assoluzione anche per Basile. Il pm però ritiene vi sia un quadro accusatorio fondato per le ipotesi di concussione e tentata concussione a carico dell’ex rettore. E per questo ha chiesto al gup una condanna a 2 anni e 10 mesi. Basile ha ribadito la sua innocenza. Si torna in aula per repliche e sentenza il 12 settembre.
“Il pm Regolo rivede ancora una volta le sue precedenti posizioni processuali e si allinea alle richieste di assoluzioni formulate dalla nostra difesa in sede di discussione perché nella sua profonda onestà intellettuale e senso della istituzione che rappresenta ha riconosciuto la linearità e condivisibilità dei nostri assunti. Gli stessi assunti difensivi in favore della Mirabella da noi sempre invocati e che permisero la revoca della misura una settimana più tardi dalla sua esecuzione e la richiesta di archiviazione all’epoca in cui disponemmo le note difensive con allegazioni documentali comprovandone la regolarità delle condotte dell’indagata”, così commenta l’avvocato Ivan Albo, difensore, assieme a Maria Licata, di Mirabella.