"Assieme per San Cristoforo", prosegue il patto tra 75 realtà per il quartiere: "Sussidiarietà con la comunità educante"
Nella sede dell'arcivescovado illustrata la strategia nata attorno al Cantiere per Catania per un futuro del rione che vada oltre i fondi "Caivano" proponendo scuole aperte e attività condivise con le famiglie anche in prospettiva lavorativa
"Più Stato, certo, ma anche più società civile e più economia. Queste le parole chiave per San Cristoforo, perché non si può parlare di rigenerazione senza che il territorio viva". Così l'arcivescovo di Catania Luigi Renna introduce il nuovo step della grande collaborazione avviata a gennaio per discutere della destinazione dei fondi governativi per il cosiddetto decreto "Caivano" tra decine di associazioni catanesi per il grande quartiere del centro cittadino, ma di fatto periferico. Il documento è arrivato a 75 sottoscrizioni, e ha un obiettivo chiaro: "Sviluppare la sussidiarietà" puntando a educazione e lavoro, come specificato nel corso della presentazione di questa mattina più volte dall'arcivescovo e non solo. Un concetto che significa per Renna applicare non solo un principio costituzionale ma soprattutto cristiano che si traduce in "fraternità e amicizia sociale". Quella che ha permesso a queste realtà di unirsi e ragionare, "anche dopo che i progetti del decreto Caivano sono stati consegnati", e quindi di pensare al futuro e alla "continuità delle azioni senza diventare clienti alla porta dello Stato in attesa delle risorse", ha spiegato Renna. E per farlo lo strumento principe sono i patti educativi di comunità, come quello che sta partendo nel quartiere in collaborazione tra istituzioni scuole, terzo settore e cittadini.
Un concetto ribadito più volte anche da Carlo Colloca, sociologo dell'università di Catania che ha curato fin dall'inizio l'analisi del contesto del quartiere per il Cantiere per Catania e dalla quale emergono "fragilità legate soprattutto a minori e donne, e che si raddoppiano se questi sono di origine straniera". Un quartiere dove non c'è solo "criminalità organizzata e microcriminalità, ma anche tante risorse" sottolinea. E da qui, come spiegato da Mauro Mangano dirigente scolastico dell'istituto Musco di Librino e qui non come soggetto direttamente coinvolto ma per partecipare ai lavori come membro anche lui del Cantiere, "le risorse sono quelle diffuse, e sono tante. E il futuro si programma cosi: individuando i bisogni e i punti di forza. Con risultati da raggiungere chiari". E l'obiettivo è "l'educazione diffusa, la formazione, da fare con l'uso anche dei locali delle scuole fuori dall'orario di lezione a disposizione delle persone e delle famiglie". Mangano introduce poi una critica, "strettamente personale" sottolinea, sull'uso dei fondi: "È previsto di abbattere una scuola per costruirla poco più in là, e non capisco perché".
Del resto la critica all'uso di risorse- 20 milioni - del decreto Caivano innanzitutto per fare opere edilizie, con solo "il 10% circa delle risorse dedicate alle attività" come sottolineato da Colloca, è presente nello stesso documento. Un punto ribadito anche da Carnelo Coco anche lui membro del Cantiere: "L'obiettivo era dialogare paritariamente con l'amministrazione sulle scelte, sempre nel rispetto dei ruoli. Invitiamo il Comune a leggere ora con attenzione il documento. Catania e San Cristoforo possono essere esempio di democrazia partecipata e sussidiarietà un modello poi da poter replicare anche in altri luoghi. Anche in vista di questa candidatura come Capitale della Cultura". La dirigente scolastica della scuola Malerba, Agata Pappalardo, ha poi ricordato come questi sforzi dovranno poi superare la prova del tempo "e dei cambiamenti, come quelli di amministratori, dirigenti scolastici, parroci. Ricordando che non bisogna essere supplenti ai compiti dell'amministrazione e senza cadere nella corsa ai finanziamenti, creando pratiche strutturate"
Al termine degli interventi programmati è poi intervenuto sul tema anche Marco Barbarossa gestore della Città dei ragazzi in via Gramignani che ha posto nuovamente l'accento sul tema: "Purtroppo ho notato che l'interesse su San Cristoforo si è acceso con l'arrivo dei fondi" ha detto, mentre Maria Paola Iaquinta, presidente della Cesare Battisti, ha ricordato come il concetto di comunità educante "sia intrinseco a quanto dice da anni il ministero dell'istruzione che parla di sistema educativo diffuso". Talmente diffuso che "molti degli insegnati sono anche persone che vengono da lontano, dal resto della Sicilia, che si alzano prestissimo la mattina e stanno coi ragazzi, insegnato e imparano loro stessi. Lavoratori". E Maurizio Attanasio, segretario generale di Cisl Catania, ha poi auspicato che diventi centrale il tema del lavoro con "la costruzione di laboratori e officine dove i ragazzi possano crearsi un mestiere. Col lavoro ci si libera dalla mafia".
Nelle sua conclusioni Renna ha poi fatto un accenno alla presenza mafiosa nel quartiere citando "quanto accaduto nella candelora nel 2022 come visto nei giorni scorsi. Questi interventi non possono essere scintille che si esauriscono,ma una luce".