Blitz Capinera: ai domiciliari 7 pusher della piazza di spaccio dei "nani" I NOMI
La decisione del gip dopo gli interrogatori preventivi previsti con la riforma Nordio.
Arresti domiciliari per i 7 indagati per droga nell'ambito dell'operazione Capinera eseguita qualche settimana fa. Il gip Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo ha emesso il provvedimento dopo l'interrogatorio preventivo avvenuto la scorsa settimana, come raccontato da La Sicilia. La misura cautelare è stata emessa nei confronti di Luigi Abbascià, Giuseppe Roberto Gangi, Gaetano Luca Privitera, Salvatore Longo, Orazio Vinciguerra, Salvatore Millesi e Flavio Zito. Gli indagati sono accusati di spaccio. Insomma sarebbero dei pusher al servizio della piazza dei “nani” di via Della Capinera, ma non sarebbero inseriti organicamente nell'associazione dedita al traffico di droga.
Gli interrogatori preventivi
Il giudice infatti, come prevede la riforma Nordio, ha posticipato la decisione per quelle posizioni che riguardavano solo lo spaccio e non il reato associativo. Due settimane fa erano scattati gli arresti nei confronti delle otto persone che operavano in via della Capinera, precisamente nella piazza di spaccio dei “nani”. Nomignolo della famiglia di Mario Poidomani, ritenuto il capo dell’attività illecita scoperta grazie a microspie e telecamere.
Spuntano le dichiarazioni del Vampiro
Nelle oltre 500 pagine della richiesta della procura sono analizzate le conversazioni che documentano lo spaccio di crack e cocaina. I pm inoltre hanno utilizzato - come riscontro - le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Santo Livoti detto “il Vampiro”. Quest’ultimo fu arrestato nel blitz “Sottosopra”, quando al viale Nitta furono scoperte delle case dello spaccio con relativa drug room. E furono documentati dei contatti con Lorenzo Saitta, ‘u scheletro’ (boss del clan Santapaola-Ercolano). Anche se a livello processuale il dato non è stato pregnante.
La "cucina" stile Breaking Bad
Il fulcro centrale comunque restano le intercettazioni da cui è stata ricostruita la filiera dell’attività illecita: per evitare perdite di droga in caso di azioni delle forze dell’ordine i rifornimenti nell’abitazione di Poidomani avveniva quotidianamente. Il “corriere” era avvertito telefonicamente con un linguaggio in codice: «Vai dalla zia, dal ponchio (grasso, ndr)». Ma grazie alle microspie piazzate in cucina, i carabinieri hanno seguito in diretta le cessioni con preparazioni quasi live dei cristalli di cocaina. «Fammi una storia da quindici, sballo di nuovo, mi devi dare due euro in più che mi devo comprare…», chiedeva un cliente al “nano”. «Da cinque quattordici euro!», rispondeva Poidomani. E se ci fossero stati dei dubbi su quale merce richiedesso, ci ha pensato direttamente il capo-piazza a chiarire. Alla richiesta «Due da dieci?» infatti l’indagato gli pone un quesito: «Di crack?». Più chiaro di così.