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La scelta fai-da-te degli imprenditori agricoli catanesi: «Pago i Consorzi ma mi sono fatto la mia condotta»

In Prefettura un vertice per trovare soluzioni tecniche per aiutare gli operatori della terra

12 Agosto 2025, 09:18

imprenditore agricolo Aurelio Pannitteri

Il tavolo, in prefettura a Catania, coordinato dal prefetto Pietro Signorello, è stato considerato un primo, importante, punto di partenza per una pianificazione chiara degli interventi da mettere in campo contro la siccità, resta, però, la preoccupazione degli agricoltori in campagna, per i tempi che potrebbero trascorrere dalla programmazione all’azione.

Se da una parte c'è, infatti, la precisa volontà della Regione Siciliana, con l’assessore all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, di lavorare a ritmi serrati per risolvere i problemi legati alla mancanza di acqua in campagna, dall’altra si guarda con preoccupazione ai tempi necessari per riuscire nell’obiettivo.
Sotto accusa finisce, ancora una volta, la rete irrigua gestita dai Consorzi di bonifica 9 e 7 (Catania e Caltagirone), con l’acqua che si disperde nel sottosuolo e non riesce a raggiungere le campagne, a causa dei continui guasti e perdite.

La denuncia

La denuncia arriva dagli stessi imprenditori agricoli. Tra loro, Aurelio Pannitteri, patron insieme con il fratello Salvatore, di un marchio, tra i più famosi in Italia, per l’arancia rossa. Tra Paternò e Belpasso, nei fondi agricoli dell’azienda il problema è sempre lo stesso: la mancanza d’acqua. Per ovviare al “mollo tutto”, negli anni, lui come molti altri agricoltori, ha dovuto trovare soluzioni alternative per non morire. È stato così che nel 2001, ha realizzato una condotta che attinge da pozzi privati, tutto regolarmente registrato, riuscendo a garantire l’irrigazione a circa 100 ettari di agrumeti, dove l’acqua non arriva. «In contrada Campo Chiaro, dove abbiamo i 100 ettari di agrumeti – dice l’imprenditore - l’acqua manca da anni. In dettaglio, dal canale Paternò, è assente dal 2016, da quando è stato dismesso; per quanto riguarda invece la rete irrigua al servizio della zona, questa non funziona da circa 14 anni».

I costi di gestione

Per lui i costi di gestione sono praticamente doppi: paga gli ingenti costi del consumo elettrico, determinati dall’attività della sua rete; in più deve pagare, i costi fissi del Consorzio di bonifica, anche se, quest’ultimo, non eroga servizi. Un problema annoso contro il quale, più volte, si sono espressi i produttori agricoli e le organizzazioni di categoria che hanno evidenziato come «non si può pagare per un servizio non reso, anche se si tratta del costo fisso, corrispondente ai costi di gestione e manutenzione».

«Vittime di un sistema»

«Siamo vittime del sistema - evidenzia ancora Pannitteri -. Ho subìto un prelievo forzato sul mio conto corrente per pagare un servizio mai reso dal Consorzio di bonifica per circa 97mila euro. Lo ritengo un sopruso. Noi andiamo avanti solo con le nostre forze. Non è possibile continuare in questo modo. Da 60 anni siamo in emergenza idrica. Abbiamo bisogno dell’acqua. Facciamo un appello al Governo nazionale e regionale per sostenere concretamente l’agricoltura, prima fonte di reddito per tutta la nostra terra».