20 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:44
×

Corruzione, Galvagno: «Mi butterei nel cassonetto se dovessi farmi corrompere per un abito»

Le dichiarazioni del presidente dell'Ars a margine dell'Etna Forum, sull'inchiesta per che lo vede coinvolto

Redazione La Sicilia

29 Agosto 2025, 19:15

Gaetano Galvagno, presidente Ars

Gaetano Galvagno, presidente Ars

"Mi ha fatto piacere che con una interlocuzione con i pm, neppure tanto breve, senza avere elementi o avere la possibilità di studiare sulle accuse che mi venivano mosse, qualsiasi genere di utilità personale, forse ingigantita dalla stampa, sono state escluse. Mi butterei piuttosto nel cassonetto di Paternò se mai dovessi farmi corrompere per un abito, ma neppure per tutto l'oro del mondo. E neppure per una palestra. Ho scoperto solo ora che Giorgio Trupiano è il proprietario di una palestra, non lo conoscevo neppure. Io sono iscritto alla Virgin, tra l'altro.... E poi, la macchina a noleggio. Parliamo di 78 euro di noleggio alla signora Dragotto. Non so se questo genere di corruzione sia sostenibile... Per fortuna queste banalità sono state levate. Sono abbastanza fiducioso che riuscirò a dimostrare lo stato dell'arte".

Lo ha detto all'Adnkronos il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, parlando a margine dell'Etna Forum, dell'inchiesta per corruzione che lo vede coinvolto. Tra le accuse della Procura di Palermo a carico di Galvagno c'è anche l’acquisto di un abito. Sarebbe stata una “utilità” ottenuta da Gaetano Galvagno. A sborsarla sarebbe stato Alessandro Alessi, amico del presidente dell’Ars e organizzatore di eventi, pure lui indagato per corruzione. Sarebbe stato grazie al loro rapporto che Alessi avrebbe lavorato in diversi progetti finanziati con soldi pubblici.

"Lei si immagina la droga a casa mia?… Io che ogni anno faccio il test antidroga… Sono molto lontano dal mondo della droga", ha poi aggiunto Galvagno. Dalla inchiesta è emerso che nell’estate di due anni fa, i finanzieri incaricati dalla procura di seguire le mosse di Sabrina De Capitani, ex portavoce di Galvagno, si accorsero che di tanto in tanto la donna riceveva le visite di un organizzatore di eventi, Davide Sottile. "È emerso che Sottile si attiva per procacciare sostanza stupefacente, presumibilmente del tipo hashish, a Sabrina De Capitani e all’artista Omar Hassan, spesso recapitandola presso l’abitazione che De Capitani condivide con Galvagno", hanno scritto i pm. Perché Galvagno divideva la casa con la De Capitani.
Nel gennaio scorso, i militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo hanno trovato l’hashish, “una modica quantità”, nel corso della perquisizione fatta a Sabrina De Capitani, nell’appartamento di via Benedetto Civiletti, a Palermo. Era in un trolley della donna, per cui è scattato il sequestro amministrativo della sostanza e la contestuale segnalazione alla prefettura di Palermo, come avviene per tutti gli assuntori di sostanze stupefacenti. "Intanto quella non era casa mia - ha spiegato Galvagno - capisco che scrivere Galvagno fa comodo, per fare click. Io ero un inquilino, pagavo una stanza. Sono molto lontano dal mondo della droga, faccio il test ogni anno e sono pronto a farlo ogni mese".